Riceviamo la replica dell'assessore ai diritti ed ai servizi cimiteriali della Città di Torino, Marco Giusta, all'articolo in cui vengono esposti i dubbi di Beppe Gandolfo sui funerali dei Cinesi, pubblicato su questa testata lunedì 18 settembre.
"In Italia vivono 333.986 cinesi di cui circa il 50% ha meno di 30 anni e solo il 2% ha un’età superiore ai 60 anni. Per questo si svolgono pochi funerali. I migranti della prima generazione infatti, da anziani, preferiscono invece ritornare in Cina. Nel 2016, a Torino, i residenti con cittadinanza della Repubblica Popolare, erano 7.498. Poco meno nel 2015 (7.327). Questo è quanto emerge dai dati reali forniti dal Governo (Rapporto Annuale 2016 sulla presenza dei migranti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali) e dalla Città di Torino, non dalle “percezioni individuali” del sentito dire che alimentano pregiudizi e leggende metropolitane senza avere alcun fondamento".
"Per essere precisi, nel 2016 in città vi sono stati sei funerali, nel 2015 sedici. Il più giovane aveva 41 anni il più anziano 63. Gli altri sulla cinquantina. Solo per due defunti, le famiglie hanno voluto che facessero ritorno in Cina. Si registrano pochi decessi, perché il vero e proprio boom dell’immigrazione cinese in Italia si è verificato negli anni 90 e primi anni del nuovo millennio, per cui l’età media degli immigrati è decisamente bassa".
"Inoltre, i cinesi della prima generazione, una volta diventati anziani ed aver lavorato tutta una vita per dare un futuro migliore ai propri figli e figlie, in genere desiderano ritornare al proprio Paese d'origine in cui spesso possiedono una tomba di famiglia con il proprio nome già scolpito. Un vecchio detto cinese dice infatti: 'Quando la foglia cade si ritorna alla radice'. Con la Comunità cinese, realtà ben radicata sul nostro territorio, la Città ha ottimi rapporti".
"Se non ci avesse fatto caso, le informazioni utili pubblicate sul sito del Comune (http://www.comune.torino.it/zh/), sono tradotte anche in mandarino. Da anni sono attive numerose Associazioni cinesi o Italo Cinesi, con le quali l’amministrazione ha un proficuo rapporto di collaborazione, e che, sono sicuro, sarebbero state ben liete di fornirle dati e risposte, se le avesse interpellate prima di pubblicare l’articolo".