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Attualità | 25 settembre 2017, 12:28

"I dati lo confermano: la legge regionale non limita il gioco, semmai lo sposta"

Il commento dell'associazione Astro, che ribadisce la sua preoccupazione

"I dati lo confermano: la legge regionale non limita il gioco, semmai lo sposta"

“Cala la raccolta di gioco per gli apparecchi, aumenta quella complessiva. Ecco il vero effetto delle restrizioni” introdotte dalla legge regionale del Piemonte contro il gioco patologico.

L’associazione Astro, riferisce Agipronews, torna a esprimere perplessità verso le norme introdotte nel 2016, che impongono a tutti coloro che gestiscono apparecchi di gioco di adeguarsi alla normativa vigente entro diciotto mesi dall’entrata in vigore della legge. A partire dal 1° dicembre, secondo uno studio di Astro, il 99% delle slot in esercizio sul territorio dovrà staccare la spina. “Una delle notizie più eclatanti apparse sulla stampa locale attiene al dato del calo della raccolta degli apparecchi”, scrive Astro in una nota.

Un decremento che però si basa su una lettura “errata ed equivoca” dei dati. Il calo di slot, vlt e apparecchi da intrattenimento puro, spiega l’associazione, è di “61 milioni (non 70) a fronte di un aumento della spesa effettiva, per gli stessi prodotti, pari a 41 milioni di euro”. Numeri che dimostrano “il maggiore impoverimento della popolazione e tendenziale peggioramento delle condizioni sociali nel 2016 rispetto al 2015”. Per quanto riguarda la raccolta di tutti i prodotti di gioco, “notiamo come dai 5.060 milioni di euro del 2015, il 2016 registri il dato di 5.127 milioni di euro, ovvero 67 milioni in più”.

Ciò, secondo Astro, dimostra come l’effetto delle restrizioni “è stato solo quello di far emigrare una parte di gioco dal prodotto spento per limitazione oraria a quello rimasto acceso, generando un saldo complessivo decisamente controproducente in termini di limitazione al gioco”.

L’associazione ribadisce dunque le critiche nei confronti della legge: “Se questo è il modo di leggere le informazioni statistiche e di associarle alle realtà regolamentari applicate alle annualità di riferimento - conclude - è evidente come siano ancora l’ideologia e il pregiudizio a dettare persino le regole dell’analisi matematica”.

c.s.

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