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Eventi | 09 ottobre 2017, 18:55

La scommessa della Cisl Piemonte sul Lavoro 4.0

Il segretario Ferraris: ”Contrattazione e formazione alleate dell’innovazione”

La scommessa della Cisl Piemonte sul Lavoro 4.0

Fabbriche ‘intelligenti', innovazione e digitalizzazione che non coinvolge solo l'industria, ma anche i servizi, la scuola, la formazione e l’intera società. Che futuro ci aspetta? Quale è il ruolo dei lavoratori in tutto questo? Le nostre imprese sono pronte a coniugare tecnologia e salvaguardia deIl’occupazione? 

A queste domande ha tentato di rispondere il convegno della Cisl Piemonte dedicato all’inovazione e in modo particolare al “lavoro 4.0”, che si è svolto al Teatro Vittoria, in via Gramsci 4, a Torino.

Alla tavola rotonda sono intervenuti il segretario confederale Cisl, Angelo Colombini, il sottosegretario all’Economia e Finanze, Pierpaolo Baretta, il presidente di Federmeccanica, Alberto Dal Poz, l’assessora regionale alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, il presidente della Camera di Commercio Torino, Vincenzo Ilotte e il presidente dello Ial nazionale, Stefano Mastrovincenzo, moderati da Annalisa Magone, presidente di Nord Ovest.

“Anche noi temiamo – ha detto nella sua introduzione il segretario regionale della Cisl, Alessio Ferraris – che questa evoluzione tecnologica così veloce possa portare a problemi di tenuta occupazionale. Proprio per questo vogliamo affrontare l’argomento con un approccio pragmatico, mettendo in campo due strumenti importanti: la contrattazione di prossimità, con una attenzione particolare al tema degli orari, dei luoghi di lavoro e dell’organizzazione del lavoro e quello della formazione, oggi più che mai dirimente. Non fare formazione, soprattutto ai lavoratori con più di 50 anni, vuol dire condannarli a un futuro senza lavoro. E questo non possiamo permettercelo. In questa fase di transizione, va ripensato il ruolo delle politiche attive del lavoro e degli ammortizzatori sociali”.

Per il sottosegretario all’Economia e Finanze, Pierpaolo Baretta: “Stiamo facendo tante cose come Paese, ma sulle competenze siamo ancora indietro. Le competenze non sono solo di tipo tecnologico, industriale o professionale, ma anche e soprattutto di tipo personale, nel quadro di riferimento formativo. Non è un caso che negli ultimi due anni abbiamo finanziato, e l’anno scorso in modo particolare, il welfare aziendale o altre politiche in favore dei lavoratori. Si tratta di pezzi di un mosaico che costruisce un’idea anche di qualità del lavoro. In questa ottica, il governo ha confermato gli investimenti 4.0, assumendo un approccio che mette in gioco l’insieme della persona. La qualità e il cambiamento sono soprattutto una attitudine mentale”.    

Per il segretario confederale Cisl, Angelo Colombini, che ha concluso il convegno: “Più che di ‘industria 4.0’ si deve parlare di ‘impresa 4.0’ perché i processi di digitalizzazione e di innovazione investano anche i servizi. Il piano del ministro Calenda, presentato tre settimane fa, ci dice che nei prossimi 15 anni più di 3 milioni di lavoratori dovranno essere riqualificati. Vuol dire cioè che cambieranno lavoro per effetto dell’introduzione di nuove tecnologie. Quindi, è necessario che questi lavoratori abbiamo tutti gli strumenti per essere riqualificati e non espulsi dai cicli produttivi. E’ compito della politica, delle imprese e dei sindacati ridare a questi lavoratori la possibilità di una riqualificazione pertinente, valorizzando l’esperienza attuale e rilanciando la giusta attenzione al capitale umano”.

c.s.

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