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Tornano nuovamente le avventure di frutta e verdura del territorio con il settimo capitolo de “Il Mistero del Grandalbero”, giunto ormai alle sue fasi fondamentali. Un incontro veramente rocambolesco attende l’Ispettore Cardo Gobbo e l’allegra Banda del Bosco, al cospetto del ghiro Glis-Glis. Tutto inizia con una caduta del tutto inaspettata, che li porterà nella tana del ghiro, pronto a stupire l’eterogeneo gruppetto con una strana trasformazione…
(TRATTO DAL LIBRO, “Il Mistero del Grandalbero
Capitolo 7: La Mappa del Capovolto”)
Il mattino seguente erano partiti molto presto: gambe in spalla, tutti in fila, chi fischiettando, chi ballando, chi saltando, insomma... la solita Banda del Bosco.
L’Ispettore, seguendo la mappa, guidava il gruppo, richiamando di tanto in tanto all’ordine i fruttini: si sentiva un po’ come un vecchio maestro alle prese con una scolaresca indisciplinata. Quanta pazienza! Non riusciva tuttavia a immaginarsi un simile viaggio senza la loro presenza.
La mappa sembrava volerli confondere: il percorso si inerpicava su ripide salite, precipitava in vertiginose discese, guadava ruscelli prima in un verso e poi nell’altro, li costringeva a curve e girotondi intorno agli alberi, a costeggiare radure a occhi chiusi e ad attraversare boschetti di larici saltellando a zig-zag. Il tutto era molto divertente per la Banda del Bosco, ma per l’Ispettore l’importante era non abbassare la guardia e non perdere di vista l’obiettivo della missione.
- Ooohhh... ma che diamine... aaahhhiii... - imprecò l’Ispettore, sentendosi mancare la terra sotto i piedi.
- Wow, è Ghiandalaaaaaand! E’ belliiissimooo! - gioirono invece i fruttini, ruzzolando a una velocità folle nell’oscuro scivolo sotterraneo che li aveva inghiottiti e pareva essere senza fine.
Rotolarono l’uno sull’altro, finché la corsa non terminò contro qualcosa di peloso che, colto alla sprovvista, fece un salto e, con un colpo di coda, spazzò in un angolo i nuovi arrivati.
Erano finiti nella tana di Glis-Glis, un ghiro che viveva nella cavità di un tronco. Aveva una pelliccia di colore grigio-castano, grandi occhi tondi e neri profondi come pozzi e lunghe vibrisse che gli spuntavano ai due lati del naso; a incorniciare il tutto, due piccole orecchie rotonde, dritte e sempre pronte all’ascolto. Si guardarono per qualche secondo con reciproca curiosità, finché l’Ispettore non si schiarì il vocione e parlò per primo:
- Ehm... chiedo scusa per il nostro arrivo... ehm... piuttosto movimentato... non abbiamo proprio visto il buco... io... non so proprio come siamo arrivati qui!
- Di solito non ricevo ospiti ed è raro che qualcuno mi sorprenda - disse il Ghiro, per nulla contrariato - Siete inattesi, ma non per questo sgraditi.
Accortosi della mappa, sgranò gli occhi:
- La Mappa del Capovolto! - esclamò - Come fate ad averla? Chi siete?
La Mappa del Capovolto si chiamava così perché pare fosse stata tracciata stando a testa all’ingiù o forse, più probabilmente, a causa di un misterioso gioco di parole il cui significato perduto andrebbe ricercato nella notte dei tempi.
L’Ispettore raccontò allora dell’incontro avvenuto con Aglio di Caraglio e con il Saggio Porro di Cervere, e del lungo cammino che li aveva portati fin lì.
- Abbiamo proprio bisogno di aiuto - riconobbe infine e, senza che lo volesse, gli uscì di bocca la frase udita in sogno - Un solo acino non resiste se il grappolo non esiste.
Appena pronunciate queste parole, Glis-Glis magicamente scomparve in una nuvola di polvere e di peli, mentre si diffondeva un profumo inebriante.
- Ma questa è proprio... lavanda! - esclamò Uva da Tavola, sgranando gli occhioni.
Come il Ghiro sparì, al suo posto apparve una donna vestita di viola, con una corona di fiori intrecciati tra i lunghi capelli verdi.
Per la prima volta in questa avventura, fece la comparsa un personaggio dalle sembianze umane, e questo spaventò non poco i nostri amici.
- Non abbiate paura - cercò di rassicurarli - Sono la Masca Vanda. Sono una creatura buona. Da generazioni, la mia famiglia vive in questi luoghi facendo incantesimi e praticando guarigioni - Poi, rivolta all’Ispettore, aggiunse:
- Finalmente sei riuscito a trovarmi. Ero certa che il mio grido d’allarme sarebbe stato raccolto da un animo sensibile: il fatto che tu sia arrivato fin qui, mi dice molte cose di te, Ispettore Cardo Gobbo. La mia richiesta d’aiuto non è caduta nel vuoto.
Proseguì sollevata e fiduciosa:
- Troppo spesso dimentichiamo che la terra non appartiene a noi, ma che siamo noi ad appartenere alla terra; bisogna smettere di trascurarla e ritornare ad amarla, a proteggerla e a difenderla con tutte le nostre forze. Ora, io non conosco l’identità del nostro nemico, ma so che non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze. Così dicendo, si chinò verso la radice di un albero, da cui tirò fuori un grosso volume: era l’antico e prezioso Libro del Comando, con cui da generazioni si tramandavano tutte le ricette e le formule per creare incantesimi, compiere i riti e realizzare le pozioni magiche.
Lo aprì con cura e, sfogliandolo lentamente, si mise a borbottare tra sé, come stesse ragionando a voce alta, mentre la Banda del Bosco, in rispettoso silenzio, la guardava con venerazione. La Masca Vanda tirò fuori dalle ampie maniche due piccole ampolle, che porse all’Ispettore.
- Ecco due rimedi molto potenti: una pozione per sconfiggere e una per guarire. La prima è composta da semi di artemisia lanata, ciclamino delle Alpi, viola pinnata, sassifraga dell’Argentera e scarpetta di Venere; la seconda, da estratto di Issopo, Achillea, Salvia, Camomilla, Finocchio, Coriandolo e Lavanda magica di Sale San Giovanni.
Senza aggiungere altro, scomparve in una nuvola blu dal profumo intenso e ormai famigliare.
Nell’attesa di gustare gli ultimissimi due capitoli del giallo ortofrutticolo (in arrivo a dicembre), si prospetta un mese di domeniche a ritmo di ricette tra cibo e salute. Vietato perdere i consigli per educare alla felicità con l’appuntamento di domenica prossima insieme alle Dottoresse Giulia Zucchetti e Simona Bellini, del reparto di Psiconcologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita” di Torino!
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Dove si può acquistare il Bilibro?
Per scoprire tutti i contenuti del bilibro di Renata Cantamessa (alias Fata Zucchina) “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”, si può acquistare su Arabafenicelibri.it (http://bit.ly/2nAOXAp), presso tutti i negozi Coop o ordinandolo alla propria libreria di fiducia.
Quanto costa? A chi sono destinati i proventi della vendita?
Il prezzo è di 10€. I proventi raccolti dalla vendita (2€ a libro) saranno donati in Piemonte a favore del progetto F.A.T.A. di Fuoriterapia Assistita con Animazione dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita”, in collaborazione con l’Associazione Onlus “La Collina degli Elfi” di Govone d’Alba. Il ricavato di Liguria e Lombardia sarà rispettivamente devoluto all’Ospedale “Gaslini” di Genova e alla Fondazione “De Marchi Onlus” di Milano.
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Contatti
E-mail: renata@fatazucchina.eu
Sito web: www.fatazucchina.net
Pagina Facebook: Renata Cantamessa – Fata Zucchina
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Twitter: @RCantamessa
Youtube: Renata Cantamessa – Fata Zucchina
Chi è Renata Cantamessa?
Giornalista di carta stampata e web, autrice e conduttrice radio-televisiva, doppiatrice
di cartoon, ghostwriter e project-manager, cresce professionalmente nel settore della
cooperazione. Opera in modo trasversale su comunicazione e multimedia-marketing, con specifica attenzione attorno ai temi strategici dell’agroalimentare, della territorialità, del benessere e della sostenibilità. Oltre al mondo della cooperazione e dell’agricoltura (ortofrutta in primis), collabora attivamente con la GDO-Grande Distribuzione Organizzata italiana, la Sanità Pubblica (Asl territoriali), l’Università degli Studi di Torino, gli Istituti di Istruzione Superiore a indirizzo agrario-alberghiero e con l’USR-Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, con un coinvolgimento sulla progettazione dell’attività formativa di alternanza scuola-lavoro. Dal 2013 veste la “nuova identità” di Fata Zucchina, da lei creata e impersonata come icona moderna del Food&Wealth (Health + Welfare) per divulgare nuovi modelli di integrazione e consumo nella relazione tra persone e territorio.
Chi è Fata Zucchina?
E’ la prima “fata agricola” italiana, proposta come modello smart di avanguardia al femminile, per ricordare che le donne possono essere un importante veicolo di innovazione in agricoltura. Un omaggio diretto a quell’oltre 70% di lavoro agricolo che - nel mondo - è realizzato da generazioni di donne rurali. Ma non solo: la “bacchetta magica” di Fata Zucchina – ovvero la sua divulgazione attraverso progetti che diventano rubriche, come “Il Bugiardino di Fata Zucchina”- si rivolge per antonomasia al settore primario, come snodo centrale di una “nuova economia”. C’è dunque l’Agricoltura con l’iniziale maiuscola al centro del cuore di questa fata rurale, cioè quel Made in Italy fatto di terra variegata, mani laboriose e grandi intelligenze, che ha bisogno di tornare a simpatizzare con le famiglie e di giocare con i bambini, accendendo la loro voglia di fare, di immedesimarsi e costruire; educandoli a trattare i frutti della terra come nuovi “amici” e a seminare una felicità fatta di beni relazionali, tradizione e innovazione.
Illustrazione di Daniela Raineri