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| 08 febbraio 2018, 17:00

Skeleton, temperature estive e il charleston di Sonja Henie: storia delle Olimpiadi di Sankt Moritz 1928

Insieme all'esperto Pietro Tassone ripercorriamo la storia dei Giochi invernali. Anche nella seconda edizione l'Italia rimase a bocca asciutta, ma non mancano gli aneddoti curiosi, a cominciare dai 25 gradi registrati durante la 50 chilometri di fondo

Un'istantanea scattata durante le Olimpiadi di Sankt Moritz 1928 (fonte: www.stmoritz.ch)

Un'istantanea scattata durante le Olimpiadi di Sankt Moritz 1928 (fonte: www.stmoritz.ch)

Prosegue il viaggio nella storia delle Olimpiadi invernali che Torinosportiva.it ha scelto di proporre ai suoi lettori, affidando i comandi al 94enne di origini frabosane Pietro Tassone, grande esperto in materia e campione nel 1957 di "Lascia o Raddoppia". Grazie ai suoi ricordi enumereremo medaglie, racconteremo aneddoti curiosi e vi introdurremo nell'atmosfera olimpica a pochi giorni dall'inizio dei Giochi di Pyeongchang 2018.

SANKT MORITZ 1928

SKELETON - La seconda edizione dei Giochi olimpici invernali si svolse in Svizzera a Sankt Moritz e registrò la partecipazione di oltre 460 atleti, provenienti da 25 nazioni differenti. L'Italia, il cui portabandiera era Ferdinando Glück (fondista), si presentò con una squadra composta da soli uomini e, come verificatosi quattro anni prima, rimase a bocca asciutta, sfiorando la medaglia di bronzo con Agostino Lanfranchi, quarto classificato nello skeleton, disciplina appena introdotta nel circuito a cinque cerchi e praticabile soltanto a Sankt Moritz, dove sorgeva l'unica pista presente in Europa. Fu una grande novità per l'epoca: si trattava di uno slittino con pattini d'acciaio, ma si correva sdraiati con la testa rivolta a valle e le braccia aderenti al corpo. Gli azzurri ancora non sapevano che la prima vera soddisfazione olimpica per i nostri colori sarebbe arrivata 20 anni più tardi proprio grazie a questo sport…

VENTO CALDO E GHIACCIO BOLLENTE - Le Olimpiadi di Sankt Moritz passarono alla storia non tanto per il loro palinsesto, sostanzialmente identico a quello di Chamonix, bensì per le temperature ben al di sopra delle medie stagionali: a causa di un'eccezionale ondata di vento caldo (Föhn), durante la 50 chilometri di fondo, dominata dallo svedese Per Erik Hedlund (soltanto ventesimo l'italiano Matthäus Demetz, con un ritardo di 55 minuti dal vincitore), la colonnina di mercurio arrivò a segnare 25 gradi. Addirittura, nel pattinaggio di velocità, la gara dei 10000 metri fu interrotta dopo sole 5 batterie per via del ghiaccio che si stava sciogliendo. Tornando allo sci nordico, la 18 chilometri fu dominata dal norvegese Johan Grøttumsbråten, ma l'azzurro Demetz giunse al traguardo staccato di soli 4 primi dallo scandinavo: da ciò si evince che nella 50 chilometri i nostri portacolori hanno sbagliato la sciolinatura, probabilmente bypassando le scioline di tenuta, che impediscono agli sci di tornare indietro mentre l'atleta affronta una salita. Nella prova di salto, invece, trionfò il norvegese Alf Andersen con un salto di 60 metri, mentre l'italiano Vitale Venzi fu autore di una pregevole performance, saltando 50 metri e piazzandosi al tredicesimo posto. Si vissero infine ore di angoscia per le sorti di Jacob Tullin Thams, campione olimpico uscente nel salto con gli sci, che in gara rimediò una bruttissima caduta e rischiò la vita: fortunatamente riuscì a sopravvivere e, in quel preciso istante, scelse di dire addio alla disciplina che l'aveva reso famoso.

SONJA HENIE, ORO A RITMO DI CHARLESTON - 48 mesi prima, mentre ritirava la medaglia ricordo sul palco di Chamonix (dove si era classificata ottava e ultima ad appena 11 anni d'età), aveva annunciato la sua "vendetta sportiva": fu di parola la giovanissima pattinatrice norvegese Sonja Henie, che a soli 15 anni sbaragliò la concorrenza nella gara individuale e conquistò il suo primo oro olimpico. Incontenibile la sua felicità: lo si vide chiaramente durante la cerimonia di chiusura dei Giochi, nella quale si esibì in un charleston coinvolgente ed estremamente apprezzato dagli spettatori.

Alessandro Nidi

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