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Attualità | 01 marzo 2018, 07:10

Finisce l'era Gilli e lascia il Politecnico di Torino ai vertici del pianeta. La nuova sfida è quella degli spazi

L'ultima classifica colloca l'ateneo al 33esimo posto (su 1100) per Ingegneria e tecnologia

Finisce l'era Gilli e lascia il Politecnico di Torino ai vertici del pianeta. La nuova sfida è quella degli spazi

Il rettore Marco Gilli è ai saluti - il mandato scade il 15 marzo - ma dietro di sé lascia un Politecnico da vertici mondiali.

Lo conferma l'ultima edizione della classifica redatta da QS University rankings, che piazza l'ateneo scientifico torinese addirittura al 33esimo posto (su un totale di 1100 università sparse sul pianeta) per quanto riguarda Ingegneria e tecnologia. Un dato ancora più impressionante se si considera che nel 2016 la posizione era la numero 66 e lo scorso anno la 52. Dunque una progressione, che si associa all'altro (ottimo) piazzamento che sempre QS aveva stilato per la capacità di impiego dei suoi laureati. In Ingegneria a un anno dalla laurea trovano lavoro nel 94% dei casi.

Ma c'è di più: il Poli si piazza tra i "top" in 10 materie e in 3 aree tematiche. Particolarmente buona la crescita sul fronte "Employer reputation", dove i punti guadagnati sono addirittura 10. A pesare, soprattutto, la reputazione tra le varie realtà accademiche, ma anche la reputazione presso aziende e imprese (quasi tutte multinazionali), quindi le pubblicazioni e le fonti maggiormente citate.

"Dati confortanti, accompagnati dalla crescita del 50% delle immatricolazioni (da 8000 a 12000). È una grande soddisfazione, siamo forse l'unico ateneo in Italia ad aver realizzato numeri simili", dice il rettore. E aggiunge "Ma è anche un rammarico, perché in base ai numeri programmati non riusciamo ad accoglierli tutti. Certo, questo vuol dire che si alza il livello della selezione".

Molti investimenti sono andati alla ricerca. "Abbiamo sostenuto molti progetti - aggiunge Gilli - e andiamo sempre di più sulla ricerca multidisciplinare, grazie anche ai nostri centri interdipartimentali. Questo è il futuro. Non deciso da noi, ma dalla rapidissima evoluzione tecnologica. Infatti anche il MIT di Boston fa ricerca soprattutto sui centri interdipartimentali".

Un'arma particolarmente efficace si è rivelato il legame con le aziende. Un rapporto che conduce a un fortissimo trasferimento tecnologico, ben al di sopra della media europea. "Ma anche l'investimento sul capitale umano è stato fondamentale - sottolinea Gilli - aprendo 869 posizioni, in alcuni casi promozioni, ma in molti casi sono nuovi ricercatori". L'eredità lasciata all'era Saracco sarà dunque quella degli spazi. "E se Torino Esposizioni è ormai consolidato, nuovi progetti sono in cantiere".

"Il Politecnico ha oggi una sua riconoscibilità - conclude Gilli, passando idealmente il testimone al suo successore - sia a livello europeo che a livello mondiale. E se i ranking sono numeri, sono numeri che pesano, sia nel rapporto con gli altri atenei che nei confronti degli studenti stranieri. Ma c'è spazio da migliorare e posizioni da consolidare. A cominciare dalla possibilità di accogliere più studenti. Forse è questo il vero driver di competitività del futuro".

Massimiliano Sciullo

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