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Attualità | 17 aprile 2018, 17:33

Un giardino per Ottolenghi: Borgo Pilonetto celebra così il suo avvocato antifascista

Il Comune di Torino ha approvato l'intitolazione dell'area verde di piazza Zara al militante di Giustizia e Libertà, che salvò la vita a 200 ebrei. Ora si attende il nulla osta della prefettura

Foto di Nicola Grosa, ANPI, Circoscrizione 8, 2013

Foto di Nicola Grosa, ANPI, Circoscrizione 8, 2013

Scriveva con mano umanista, per amore della cultura, e agiva con la passione di un combattente, aspirando alla libertà. Così il borgo ai piedi della collina torinese lo ricorda, o ne tramanda la memoria attraverso i racconti che passano tra i muri delle case, di finestra in finestra.

Massimo Ottolenghi, classe 1915, fu uno degli intellettuali antifascisti di maggior spicco, a Torino, autore di diversi volumi che trasudano amore per l'Italia, come “Per un pezzo di patria”, “Dal paese di Davindunque”, fino al testamentario “Ribellarsi è giusto. Il monito di un novantacinquenne alle nuove generazioni”. Spentosi il 18 gennaio 2016, centenario, trascorse tutta la sua vita tra l'avvocatura, la magistratura e la militanza. Durante la Resistenza si schierò con le Brigate Giustizia e Libertà, per aderire quindi al Partito d'Azione: poco propenso all'uso delle armi, da partigiano riuscì a salvare circa 200 ebrei da rappresaglie e rastrallementi, fra le valli di Lanzo e quelle torinesi Suoi compagni di banco e di lotta furono Oreste Pajetta, Emanuele Artom, Luigi Firpo. Suo maestro, Massimo Mila.

Ora il nome di Ottolenghi sarà depositato sopra i giardini di piazza Zara, proprio nel suo borgo di appartenenza, a pochi metri dall'appartamento di strada Consortile del Salino, dove visse. Così ha deciso la commissione toponomastica della Città di Torino accogliendo la mozione della Circoscrizione 8 risalente allo scorso 23 gennaio, firmata dai consiglieri Augusto Montaruli e Paola Parmentola, con il sostegno del coordinatore Massimiliano Miano.

Era uno stimolatore di idee e iniziative – si legge nel documento – la porta della sua casa, dove aveva sempre vissuto, era aperta a cittadini, e, soprattutto, ai giovani”.

Essendo trascorsi solo due anni dalla sua scomparsa, per le intitolazioni a persone decedute da meno di dieci anni è consentita dalla legge unicamente la deroga da parteo del Mistero dell'Interno. Questa è stata accolta proprio nella mattinata odierna, e ora dovrà passare dalla prefettura per il definitivo nulla osta.

Abbiamo insistito per questa intitolazione – commenta Miano – perché Ottolenghi è stato davvero una figura di spicco per il nostro quartiere. Ringrazio la commissione toponomastica per questo gesto concreto e immediato, senza attendere i dieci anni previsti dal regolamento”.

E, non a caso, ancora oggi il grande progetto storico di Ottolenghi, il documentario “Storia di tram 1”, di cui lui non vide mai la realizzazione, continua a essere apprezzato da ragazzi e adulti, e sarà riproposto per la Festa della Liberazione all'Ecomuseo di corso Corsica.

Così il presidente della Circoscrizione 8, Davide Ricca: “Siamo molto soddisfatti, speriamo che la Prefettura accolga la richiesta di deroga. Che questo succeda a ridosso del 25 aprile è un segnale forte per il quartiere e per Torino”.

Glielo dovevamo – commenta Montaruli, che conosceva personalmente Ottolenghi – e credo che lui sarebbe contento di essere ricordato vicino a casa sua e alla comunità del Pilonetto, di cui era figura di riferimento”.

Manuela Marascio

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