Chiamata Ichnusa dagli antichi Greci, è la più estesa isola del Mediterraneo dopo la Sicilia: è la Sardegna. La sua storia millenaria inizia con le civiltà prenuragiche e arriva fino ai giorni nostri; da nord a sud, le sue bellezze naturali e il suo patrimonio storico- archeologico ne fanno una delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo che, ogni estate, affollano le sue spiagge incontaminate e si rigenerano nelle sue acque cristalline.
Impossibile citare tutte le meraviglie che quest’isola offre; ne descriveremo alcune, in un itinerario ideale che parte da Olbia e arriva fino al territorio del Sulcis, nella parte più meridionale.
Gli amanti della vita mondana lo sanno quando, col traghetto, sbarcano ad Olbia ad esempio attraverso il collegamento dei traghetti Genova Olbia: nel nord –est della Sardegna, in Gallura, c’è la Costa Smeralda, luogo di ritrovo preferito dal jet-set internazionale. Porto Cervo è il cuore della Costa Smeralda ma, i circa 20km di coste, sono disseminati di baie ed insenature incredibili come Cala di Volpe; al largo l’Arcipelago della Maddalena, Parco Nazionale dal 1994, di cui fanno parte circa 62 isole ed isolotti, tra cui La Maddalena e Budelli che, con la sua spiaggia rosa, è considerata la più bella isola del Mediterraneo.
Spostandosi a nord-ovest si incontra Stintino, sull’omonima penisola che si protende verso l’isola dell’Asinara e il suo Parco Nazionale, visitabile con gli operatori addetti. Le spiagge più suggestive di Stintino sono la Pelosa, bianchissima e con un mare turchese caratterizzato dai bassi fondali e la Pelosetta, di fronte alla quale sorge l’isolotto della Torre Aragonese, raggiungibile a piedi.
Sulla costa centro-orientale, nella provincia di Nuoro, si apre il Golfo di Orosei, diviso in due parti: la parte settentrionale è bassa sul mare, mentre quella meridionale è occupata dalla zona terminale dell’Altopiano del Supramonte, dove è possibile visitare paesini caratteristici come Orgosolo, coi suoi tipici murales nati per denunciare le condizioni della popolazione locale e i fatti storici più significativi del nostro paese o bellezze naturali come la Gola di Gorropu, il canyon più profondo d’Italia con i suoi oltre 500 metri d’altezza. Perché la Sardegna non è solo mare. Sul Golfo si affaccia Cala Gonone, punto di imbarco per escursioni verso le numerose calette e le Grotte del Bue Marino, fino a qualche tempo fa habitat delle foche monache. Nei pressi del paese di Orosei, merita una visita l’oasi di Bidderosa, il cui accesso giornaliero è a numero chiuso: un vero paradiso con la sua pineta di pino d’Aleppo, la sua sabbia bianchissima e il suo mare trasparente.
Non meno bella è la zona centro-occidentale della Sardegna, con la penisola del Sinis in provincia di Oristano. Merita una visita il sito archeologico di Tharros, fondata dai Fenici nell’VIII sec. a.C. su un preesistente villaggio nuragico dell’età del bronzo e i cui resti si ergono imponenti proprio di fronte al mare. Al Museo Giovanni Marongiu di Cabras, è possibile ammirare inoltre alcuni degli enigmatici "Giganti di Mont’è Prama", rinvenuti scomposti in migliaia di frammenti nel Sinis di Cabras negli anni ’70: si tratta di 38 sculture nuragiche a tutto tondo, databili tra il IX e l’XI sec. a.C., forse le più antiche statue a tutto tondo del bacino del Mediterraneo finora conosciute. Per un pò di relax, è d’obbligo una sosta nella "perla del Sinis", ovvero la spiaggia di quarzo di Is Arutas, magari dopo aver gustato la bottarga di muggine di Cabras, pregiatissima e famosa in tutto il mondo.
Il nostro itinerario ideale alla scoperta delle cose da non perdere in Sardegna, si conclude nella parte sud-occidentale, nel Sulcis. Moltissimi i comuni del territorio, diviso in Basso Sulcis (zona meridionale) e Alto Sulcis (zona settentrionale), di cui fanno parte l’arcipelago sulcitano con le splendide isole di Sant’Antioco e San Pietro e l’omonimo bacino carbonifero, che ha come cuore pulsante la città di Carbonia. Il centro di Carbonia nasce negli anni ’30 del Novecento per ospitare gli operai addetti alle miniere di carbone: il sito minerario di Serbariu e il Museo del Carbone, oggi visitabili, fanno parte del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, primo parco geominerario al mondo. Il territorio di Carbonia vanta comunque origini antichissime come attestano, tra le varie altre testimonianze archeologiche, le numerose "domus de janas" sparse un pò ovunque: si tratta di tombe preistoriche scavate nella roccia risalenti ad epoca prenuragica, la cui traduzione letterale è "case delle fate". Le più belle da visitare sono quelle delle necropoli di "Cannas di Sotto", "Cùccuru Su Cardolinu de monte Crobu" e "Corona Maria", dove si trovano anche le "Tombe dei Giganti", sepolture collettive di età nuragica il cui nome si deve alla fantasia della cultura popolare sarda. Val la pena una visita anche al nuraghe Sirai, nell’omonimo parco archeologico: diffuse in tutta la Sardegna, si tratta di costruzioni in pietra di forma tronco- conica uniche nel loro genere e ascrivibili alla civiltà nuragica, ma di funzione ancora incerta.