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Attualità | 04 maggio 2018, 19:11

Il Grande Torino vive ancora, a Superga ricordati gli Invincibili (FOTO e VIDEO)

Nel 69esimo anniversario della tragedia che portò via capitan Mazzola e compagni, grande emozione al Colle. Un commosso Belotti ha letto i nomi delle vittime, tanta gente presente anche al Filadelfia

Per le immagini di Superga ringraziamo toronews.net

Per le immagini di Superga ringraziamo toronews.net

Il Grande Torino non è morto, è soltanto in trasferta. Le parole usate dal maestro Indro Montanelli 69 anni fa sono ancora incredibilmente attuali.

L'amore che la gente, non solo di fede granata, ha nei confronti di questa squadra non conosce confini ed oggi, venerdì 4 maggio 2018, se ne è avuta un'altra conferma. Gente che si è fatta a piedi la ripida salita fin dalle prime ore dell'alba, per poter dire c'ero anche io. Giovani, anziani, nonni, genitori, bambini. Sciarpe di tutte le squadre facevano bella mostra di sè accanto alla lapide, assieme ad una sedia sulla quale c'era l'immagine di Emiliano Mondonico, che da qualche giorno, assieme a Sauro Tomà e alla vedova Maroso, è andato lassù a trovare capitan Valentino e compagni.

La pioggia questa mattina, come quasi sempre succede il 4 maggio, come era successo nel 1949. Ma nel pomeriggio, dopo che anche la sindaca di Torino Chiara Appendino era venuta a rendere omaggio agli Invincibili, quando la squadra e i dirigenti sono arrivati sul Colle per assistere alla cerimonia officiata dal don Riccardo Robella, il cappellano granata, è spuntato uno squarcio di sole. Un commosso Andrea Belotti, nel video che vedete qui sotto (gentile concessione di Gianluca Sartori, direttore di Toronews.net), ha letto i nomi delle 31 vittime davanti alla lapide e poi è esploso un lungo, caldissimo applauso.

In precedenza don Robella aveva ricordato così il Grande Torino: “A cosa servono le stelle? Anticamente servivano per indicare il cammino. Anche noi abbiamo la fortuna di avere delle stelle sul nostro cammino. Quelli là. Sarà grazie a loro che possiamo trovare la strada. Noi non possiamo costruire la strade che hanno fatto le stelle, noi costruiamo la nostra storia, ma guardando loro, ispirandoci a loro. Ragazzi nella vostra vita potete vincere 30 scudetti, ma quello che si vive qui non si vive da nessun’altra parte".

E poi ancora: "Pensate a Quelli là, scandite la formazione di quel Toro, sceglietene uno e chiedetegli aiuto in modo da essere, in quel momento, Il Toro. Loro rappresentavano l’identità granata e così dobbiamo fare noi. Sarà una cosa magnifica. Quest’anno è stato durissimo. Abbiamo salutato delle persone care, della gente di famiglia: il Mondo, Carla Maroso, Sauro Tomà. Questo 4 maggio 2018 è l’anno in cui scopriamo di essere orfani. E ora siamo noi, il punto da cui parte la storia".

Infine, l'appello lanciato a tutto il mondo granata: "Da oggi siamo chiamati ad essere un popolo granata indivisibile, unico", ha concluso don Riccardo. "Impariamo a voler bene al Toro come dei genitori. Da oggi, per incontrare il Grande toro dobbiamo guardare in alto, dove ci sono quelle stelle che possono guidare il nostro cammino”.

E mentre lui parlava, decine e decine di tifosi si sono radunati anche al Fila, la casa del Grande Torino (rinata un anno fa), ricordando quei giovani campioni. Che non sono morti, ma soltanto partiti per una lunghissima trasferta. E stasera anche la Mole, illuminata di granata, renderà loro omaggio.

Massimo De Marzi

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