Il dibattito "Quando le parole fanno male", allo spazio Arena Piemonte al Salone del Libro, è stato l'occasione per fare il punto sulla recente legge sul cyberbullismo approvata in Consiglio e su cosa le istituzioni possono fare per prevenire questo grave fenomeno.
Una norma "che è l’intervento più completo nel panorama nazionale, con importanti elementi di novità. Pensiamo debba essere d'esempio per tutte le altre regioni", ha spiegato il commissario Agcom Francesco Posteraro.
Moderati dal presidente del Corecom Piemonte, Alessandro De Cillis, i relatori hanno analizzato un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tra il pubblico decine di studentesse e studenti delle scuole piemontesi.
"Dovete essere generosi con le persone con cui dividete la vostra vita quotidiana - è stato l'invito del presidente del Consiglio regionale - la generosità, la gentilezza, la disponibilità sono tre elementi fondamentali per il futuro dei giovani". Al consigliere segretario delegato alla Consulta Giovani il compito di entrare nel merito del fenomeno e dell'attività dell'Assemblea: "Da quando il termine cyberbullismo è stato coniato il problema è diventato emergenza dilagante".
"Il Consiglio ha voluto raccogliere la sfida con numerosi eventi e pubblicazioni, ma soprattutto con la legge da poco approvata a Palazzo Lascaris, che recepisce una proposta elaborata nell'ambito del progetto Ragazzi in Aula. Un bell'esempio di ascolto e partecipazione da parte delle istituzioni. Il Consiglio ha anche aderito al Protocollo d'intesa promosso dal Comune di Torino. Un ruolo fondamentale è anche svolto dal Corecom, che sarà sempre più protagonista con la nuova legge".
Per Filippo Lucci, coordinatore nazionale dei Corecom, "quello piemontese si distingue per l'impegno su queste tematiche, i Corecom sono e devono continuare a essere un riferimento. I social e internet sono un'invenzione straordinaria di progresso, il bullismo è invece il contrario della felicità".
"Sono qua perchè mia figlia è stata la prima vittima acclarata di cyberbullismo", è stata la testimonianza toccante di Paolo Picchio, papà di Carolina. "Quello che ha voluto dire Carolina è: parlatevi, rispettatevi, riflettete prima di denigrare. La storia di mia figlia è la storia di milioni di ragazzi, grazie al suo caso è nata la legge nazionale. Con la Fondazione che abbiamo voluto creare e con l'aiuto di esperti speriamo possa nascere un sistema per aiutare i giovani".
"Alla legge mancano ancora i decreti attuativi, nonostante sia in vigore dal 18 giugno 2017 - ha spiegato l'ex senatrice Elena Ferrara, prima firmataria della norma e insegnante di musica di Carolina - la cittadinanza digitale è una priorità, questa è una legge sui diritti umani, umanizziamo la rete".
L'impegno delle Forze dell'Ordine e le competenze in materia sono state illustrate dal vice questore aggiunto della Polizia Postale e delle Comunicazioni, Assunta Esposito.
"Le parole possono fare più male di un pugno - è stato il messaggio finale di Marco Berry alle studentesse e agli studenti - siamo stati tutti bulli almeno una volta. Siete una generazione straordinaria, aggrappatevi ai sogni".