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Eventi | 24 maggio 2018, 18:27

Salone del Libro di Torino verso un nuovo assetto

La parte culturale e quella gestionale saranno distinte

Salone del Libro di Torino verso un nuovo assetto

Per il Salone del libro di Torino è previsto un nuovo assetto in cui la parte culturale e quella gestionale saranno distinte.

La prima sarà affidata alla Fondazione per la cultura, che si occuperà dell’organizzazione dei contenuti e di tutto il Salone Off, nonché della ricerca di sponsorizzazioni presso partner privati, e lo farà attraverso una convezione tra Regione e Comune che si sta definendo e che dovrà contenere elementi cruciali come la tutela dei lavoratori della Fondazione per il libro e la condivisione delle scelte sulla governance.

Per quanto riguarda gli aspetti gestionali, verrà individuato un partner privato con gara, con un investimento economico da parte della Regione, tramite Scr (la società di committenza regionale) e il Circolo dei Lettori. All’interno della Fondazione per la cultura verrà costituito un comitato di indirizzo, o una cabina di regia, dove siederanno oltre agli attori pubblici e al partner privato anche gli editori, che potranno peraltro partecipare alla gara per l’organizzazione del Salone.

E’ quanto ha riferito in sesta Commissione l’assessora regionale alla Cultura, che ha anche sottolineato come l’edizione 2018 della manifestazione abbia registrato oltre ad un successo sul piano culturale e di affluenza di editori e di pubblico, un importante avanzo di bilancio, dopo dieci anni di disequilibrio dei conti e la messa in liquidazione della Fondazione per il libro nel 2017, a causa di una perdita di 350 mila euro e della svalutazione del marchio.

Sono intervenuti per chiedere chiarimenti il presidente di Commissione e i consiglieri dei gruppi M5s, Pd e Sel. Questo l'intervento dell'assessora regionale alla Cultura  Antonella Parigi fatto in occasione di un'informativa sul Salone del libro di Torino richiesta dalla VI Commissione consiliare. "Nei giorni passati è stato detto che il successo del Salone del libro sarebbe da attribuire a una parte politica. In realtà la storia e i fatti ci dicono che il Salone si è salvato innanzitutto da solo e con la sua comunità, che gli si è stretta intorno e ha saputo dimostrare quanto questa manifestazione sia importante non solo per Torino e il Piemonte, ma per il Paese. Abbiamo dunque dimostrato che in questi 30 anni qualcosa di buono si era costruito. Qualcosa di non replicabile altrove". 

"Quanto al ruolo della Regione, come giunta regionale abbiamo lavorato già dai primi anni del nostro mandato per il rinnovamento del Salone, consci del grande valore di questa manifestazione e proprio per preservarlo e per superare un modello che si era rivelato non più sostenibile. Atti concreti che abbiamo voluto portare avanti per salvaguardare il Salone e mantenerlo a Torino. A questo proposito vorrei ricordare che, nel momento della frattura con l'Aie, questo è stato possibile grazie al coraggio del presidente della Regione, che di fronte a un ministro della sua stessa area ha saputo ribaltare il tavolo delle trattative, che cercava un compromesso con Milano".

"Per quanto riguarda gli anni passati, per dieci anni i conti non sono mai stati in equilibrio; poi nel 2017, a causa di una perdita e della svalutazione del marchio, rispetto alla quale sono state anche sollevate alcune obiezioni, è emersa una situazione di forte criticità di bilancio che ha avuto gli esiti ben noti a tutti.  Nel 2018, passando la gestione del Salone al Circolo dei lettori e alla Fondazione per la Cultura, abbiamo invece registrato, oltre a un successo sotto il profilo culturale e di affluenza degli editori e del pubblico, un importante avanzo di bilancio. Un risultato straordinario che dimostra che, anche economicamente, il Salone è un prodotto sano qualora lo si gestisca con le giuste competenze".  

 

"Per il futuro, come Regione auspichiamo e anzi ci adopereremo infatti per una gestione che sappia valutare le competenze. Intanto stiamo lavorando con il Comune per mettere a punto una convenzione, di cui stiamo definendo i contorni e che dovrà contenere alcuni elementi per noi cruciali: la tutela dei lavoratori della Fondazione e la condivisione delle scelte sulla governance. Stiamo inoltre lavorando per trovare un partner privato, e non un affidamento di servizi. Un partner che presenti un progetto per le prossime edizioni del Salone del libro e che si occupi dell’organizzazione, ma anche della valorizzazione del marchio".

"Tra gli altri aspetti che verranno inseriti nella gara ci sono inoltre la gestione degli aspetti commerciali, l’allestimento, la comunicazione. La gara per individuare tale soggetto privato verrà impostata dalla Regione Piemonte tramite le sue partecipate Circolo dei lettori e Scr. Il Circolo dei lettori ha infatti dimostrato di possedere tutte le competenze per costruire un capitolato interessante per il mercato. La gara prevederà inoltre un investimento economico da parte nostra. La Fondazione per la Cultura si occuperà della dell’organizzazione dei contenuti culturali e di tutto il Salone OFF, nonché della ricerca di sponsorizzazioni presso partners privati. Nell’ambito della convenzione sarà inoltre costituito un Comitato di indirizzo, o una cabina di regia, dove siederanno anche gli editori, che peraltro potranno partecipare alla gara per l’organizzazione del Salone".

Museo di Scienze naturali, audizione dei sindacati e dell’Università degli Studi di Torino.

La Commissione ha ricevuto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dell’Università degli studi di Torino in merito al disegno di legge sulla nuova disciplina del Museo di Scienze naturali, rispetto al quale la Giunta ha proposto una serie di emendamenti, che prevedono il coinvolgimento della Fondazione Torino Piemonte Musei nella gestione delle attività del Museo, attraverso una convenzione con la Regione, di cui è partecipata. Inoltre, è previsto che il personale regionale che presta servizio presso la Fondazione resti nei ruoli regionali.

Da parte dei sindacati è stata espressa contrarietà all’impostazione del disegno di legge, rispetto al quale lamentano confusione sul percorso che la Regione intende intraprendere e poca chiarezza circa il trasferimento di una competenza dell’ente ad un soggetto privato ancora da costituirsi. Sono inoltre state espresse perplessità rispetto alla tutela del personale.

Da parte degli esponenti dell’Università degli Studi è stato sottolineato come il disegno di legge non menzioni l’Ateneo, che è depositario di parte delle collezioni e che chiede chiarezza circa il ruolo che gli sarà affidato con il nuovo assetto, anche in relazione al progetto scientifico culturale che si intende realizzare.

c.s.

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