Una mostra dal titolo Donne e Madonne nell’Arte dal XV secolo a oggi, organizzata dal Comune di Carmagnola e dall’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, è in programma dal 1° giugno al 29 luglio nelle sale di palazzo Lomellini a Carmagnola.
L’esposizione si propone di presentare ai visitatori un percorso trasversale, lungo le epoche e i diversi stili artistici, qui assonanze formali e contaminazioni artistiche storiche fanno da elemento guida all’esposizione, dove il tema della donna e madre trova la sua sublimazione tra suggestioni plastiche ed estetico-formali.
Magnificat è il nome scelto per la raffinata raccolta di sculture della collezione di Bruno Albertino e Anna Alberghina, presente a Palazzo Lomellini in dialogo con le opere di importanti maestri della pittura dal XV secolo a oggi sul tema universale della donna e della madre.
Le opere in mostra, individuate per qualità e pregio, sono prevalentemente lignee e risalgono ad un periodo che va dalla fine dell’800 alla prima metà del ‘900. Appartengono a svariate culture dell’Africa occidentale e centro-equatoriale e compaiono in numerose pubblicazioni di settore.
La donna riveste da sempre un ruolo fondamentale nelle società tradizionali africane.
In tutte le civiltà l’evento della maternità è sacralizzato, spesso divinizzato, fino a diventare la metafora della genesi. Per magnificare questo gesto millenario l’artista africano, utilizzando infinite soluzioni formali, sa sempre sorprendere, esprimendo sentimenti e sensazioni frutto dell’amore materno.
La figura femminile rappresentia uno dei cardini dell’iconografia africana come, peraltro, si osserva in tutte le arti figurative delle società umane. Tuttavia, l’Occidente ammira la scultura dell’Africa nera per la sua ricchezza stilistica e inventiva formale, perdendo di vista il valore rituale che essa ha, invece, per i popoli che la producono. Si tratta, infatti, di oggetti di culto, creati per favorire il rapporto con il sovrannaturale. E’ bene tenere sempre in considerazione questo aspetto per non osservare le sculture africane come mero oggetto di contemplazione.
Nelle sale di Palazzo Lomellini saranno visibili opere di Carpanetto, Lupo, Pittara, Delleani, Bonomi, Felice Casorati, Carlo Levi, Enzo Nenci, Francesco Tabusso, Antonio Carena, Mario Caffaro Rore, e poi opere di Francesco Cairo, Mattia Preti, Bernardo Strozzi, Carlo Dolci, Jacques Blanchard, Thomas Gainsborough, Govert Flinck, Pieter Frans de Grebber.
Orario di apertura:
giovedì, venerdì, sabato 15,30 – 18,30
domenica 10,30 – 12,30 / 15,30 – 18,30
Per gruppi anche in altri orari su prenotazione. Ingresso libero