Due poeti, Silvia Rosa e Andrea Gruccia. Un danzatore, Andrès Aguirre. Un pubblico, dotato di carta e penna. E, infine, un collettivo di artisti, i 620 gradi fucsianauti. Questi i protagonisti del quarto appuntamento di “Sperimentazioni artistiche”, dal titolo “Parole in azione”, che si terrà questa sera ai Bagni Pubblici di via Agliè a partire dalle ore 21.
Su ispirazione delle parole dei due scrittori coinvolti, che, come sassolini lanciati nel cosmo, genereranno cerchi tutt’attorno, il danzatore tradurrà in movimento istantaneo i significati espressi dai versi poetici. Nel contempo, gli auditori avranno l’opportunità di interpretare questi ultimi in base alla propria interiorità e di scrivere, perciò, una poesia o un verso del tutto personali.
In ultimo, il collettivo di artisti 620 gradi fucsianauti raccoglierà il materiale creato da tutti i partecipanti e realizzerà, con una postazione allestita tra il pubblico, un piccolo libro d’artista, collettore delle sensazioni e delle esperienze, tramutate in parole e ispirate dai poeti, di ciascuno dei coinvolti.
Silvia Rosa leggerà alcuni versi tratti dal suo nuovo lavoro editoriale, “Tempo di riserva”, il cui stile mescola concretezza “sensoriale” di rappresentazione con metafore e allusioni di senso. Il testo, infatti, si offre a una molteplicità di letture, in una pluralità di interpretazioni che cattura e rende attonito il lettore continuamente: nulla è definitivo, come il tempo, e “tutto scorre”, come il flusso dei versi che irretiscono la mente e la fantasia.
Andrea Gruccia, invece, leggerà il suo “L’amore a volte esagera”, dove l’amore si configura come un campo di battaglia o di ricerca. Esso è, insieme, incontro e scontro tra uomini e donne, anime, sensazioni, immagini, passioni. È amore di corpo, di corpo a corpo, di corpi sacri e nudi, che si estende anche alle piante, agli scenari, alla luce e alle parole stesse, surreali e oniriche. L’amore è, allora, il sacro che strappa le cose alla morte e, come afferma il poeta, si trova dappertutto, anche nel grigio quotidiano e nell’asfissiante normalità degli automi.