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Economia e lavoro | 30 giugno 2018, 08:12

L'export piemontese alla guerra dei dazi, l'allarme di Confartigianato: "Pagheranno i piccoli"

Giorgio Felici: "Il 2017 è stato un anno d'oro per le vendite oltre confine, in quasi tutte le province. Ora le limitazioni influiranno non poco sul 2018"

L'export piemontese alla guerra dei dazi, l'allarme di Confartigianato: "Pagheranno i piccoli"

Verrebbe da dire "ma come, proprio sul più bello?". E infatti - almeno per le esportazioni del nostro territorio - sembra proprio così. In coda a un 2017 che è stato un anno da record per il made in Italy, alla faccia della crisi e di tutti i suoi danni, ecco arrivare tensioni internazionali (a Ovest come a Est) con tanto di dazi e sanzioni, veri o solo minacciati

A far sentire il suo grido di dolore è Confartigianato Piemonte, tramite il suo presidente Giorgio Felici, visto che a rimanere intrappolate in questi duelli commerciali sono soprattutto le micro e piccole imprese. "Tra le trentacinque province con una quota superiore o uguale all’1% dell’export nazionale nei settori delle mpi si riscontra una crescita a doppia cifra ad Alessandria (+27,1%), Cuneo (+14,8%), sopra alla media Vercelli (8,3%) e Biella (8,2%), in positivo Verbano Cusio Ossola (5,9%), Torino (4,7%) e, unico negativo, il fanalino di coda Novara (-0,4%). La politica protezionistica degli Stati Uniti rappresenta un danno per economie esportatrici come l’Italia, secondo Paese manifatturiero dell’Unione europea".

Tra tutte le regioni del nostro Paese, il Piemonte è nono per valore delle esportazioni e del loro "peso" per quanto riguarda il mercato a stelle e strisce: 15,5% alimentare, 12,7% tessile, 22% abbigliamento, 3,2% pelle, 1,1% legno, 11,4% metallo, 1,6% mobili. A livello provinciale spicca Vercelli  (2,82% tessile, abbigliamento) con valori più che doppi rispetto alla media (0,72%). Seguono Biella (1,42%), Alessandria (1,32%). Al di sotto della media: Novara (0,60%), Torino (0,34%),   Verbano- Cusio Ossola e Asti (0,16%).

“Il 2017 è stato un anno d’oro per l’export per quasi tutte le province piemontesi - prosegue Felici – e il Piemonte ora dovrà fare i conti con i dazi americani. La situazione influirà non poco nel 2018, ma crediamo che le limitazioni spingeranno le imprese a puntare su innovazione, qualità e formazione ma soprattutto le costringerà a trovare nuove vie commerciali, come quelle dell’Est o dell’Oriente. Forse si passerà da una situazione di libera circolazione di merci ad una frattura profonda, fatta di chiusura dei mercati e ripristino di dazi e tariffe. Quanto poi la circolazione incontrastata di ogni merce abbia avvantaggiato il nostro Paese è una valutazione che lasciamo ai ‘soloni’ dell’economia ultraliberista che hanno trascinato l’Italia nella recessione dalla fine del 2011 ad oggi”.

Massimiliano Sciullo

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