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Eventi | 27 agosto 2018, 10:20

Questa sera, “Chet Baker – Let’s Get Lost” al Bunker Camp – Riviera di Milano

La proiezione si inserisce nella cornice del progetto promosso da RAT, Astoria, WAD e Bunker Sport, sorto per animare i giorni d’estate in Barriera di Milano

Questa sera, “Chet Baker – Let’s Get Lost” al Bunker Camp – Riviera di Milano

Una vacanza in città, ma in stile balneare: è questo l’obiettivo proposto dall’iniziativa Bunker Camp – Riviera di Milano, negli spazi del Bunker in via Paganini. In queste sere di fine estate sarà, infatti, possibile godere del relax proprio della stagione attraverso concerti, sport, gastronomia e proiezioni cinematografiche.

E a proposito di queste ultime sarà proiettato, stasera, a partire dalle ore 21, il documentario dedicato al celeberrimo trombettista Chet Baker, Let’s Get Lost, diretto dal fotografo e regista – poco conosciuto in Italia – Bruce Weber.

Nato in Oklahoma nel 1929, anno della Grande Depressione, Chet Baker ricevette la prima tromba all’età di undici anni, e a ventiquattro già suonava con Charlie Parker a Los Angeles. Da sempre ribelle e incarnazione di uno stile di vita radicalmente jazz, frequentò a lungo la droga pesante rovinando, così, prematuramente la sua bellezza, senza trovare mai pari, però, nel soffiare dentro il suo strumento di appartenenza.

E proprio come il suono del suo “cool jazz”, anche il documentario di Weber è, al contempo, lirico e romantico, e racconta i molteplici aspetti di quest’uomo “forte, matto e bello”, che i musicisti imitavano ma che ha spesso eluso il successo per preferire il contatto con la natura, la vita e i suoi eccessi.

Weber riesce, dunque, a fornire omogeneità a tali differenze, come omogenee e indissolubilmente amalgamate sono state nella vita di Chet Baker stesso, anticonformista ante litteram, creatore di un suono unico, al punto che quando uscì il suo primo album per la Pacific Jazz tutti si chiesero da dove venisse: un mistero cui si cercano risposte tuttora, al quale è dolce e impossibile non abbandonarsi, fino a smarrire la domanda, fino a “perdersi”.

Roberta Scalise

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