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Eventi | 04 settembre 2018, 12:35

Collegno ricorda il generale Dalla Chiesa. Don Ciotti: "Non basta commuoversi, bisogna assumersi responsabilità" (FOTO)

La città ha reso omaggio anche a Domenico Russo ed Emanuela Setti Carraro. Il sindaco Casciano: "Tutti devono scegliere da che parte stare, anche se la scelta è difficile o controcorrente"

Collegno ricorda il generale Dalla Chiesa. Don Ciotti: "Non basta commuoversi, bisogna assumersi responsabilità" (FOTO)

Una cerimonia per ricordare il 3 settembre 1982. Sono passati 36 anni da quel giorno e Collegno, come ogni anno, non dimentica Emanuela Setti Carraro, l'agente Domenico Russo e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, un simbolo della costante ricerca della giustizia.

"Ogni anno ci ritroviamo davanti al monumento dedicato al Generale, un simbolo delle grandi lotte del '900 - ha dichiarato il sindaco, Francesco Casciano -. Il Generale Dalla Chiesa ha sempre scelto con convinzione da che parte stare e si è sempre schierato dalla parte giusta. Chiunque di noi deve scegliere da che parte stare, anche quando la scelta è difficile, controcorrente. Lo Stato siamo noi. Nessuno si senta escluso".

In un luogo storico come quello del parco Dalla Chiesa, la città di Collegno ha inoltre voluto dedicare il campo di calcio all'agente Domenico Russo, uno spazio dedicato allo svago, dove anche le menti più giovani, gli uomini e le donne di domani possono riflettere ciò che è avvenuto. Un esempio di sacrificio durante l'esercizio del proprio dovere, da oggi testimoniato a Collegno da una targa che riporta il nome di un uomo che, indossando la propria divisa, ha servito lo Stato.

"Abbiamo una responsabilità verso chi non c'è più e chi si spende al servizio del bene comune e si impegna per tutelare la nostra sicurezza. Chi tutti i giorni si impegna e mette in gioco la propria vita -, ha sostenuto Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e oratore ufficiale della cerimonia -. Abbiamo bisogno di una memoria viva. Non basta commuoversi, bisogna assumersi la propria parte di responsabilità. Mai, come in questi ultimi anni, è cresciuta la corruzione nel nostro Paese, una mano che strozza con i guanti bianchi. La legalità  non può restare una parola astratta. Ci vuole un salto in avanti. La nostra è una società fragile e debole che si crede forte, debole perché non rispetta la libertà delle persone. Occorre il riconoscimento, perché non basta accorgersi che gli altri esistono attorno a noi".

Don Ciotti ha infine voluto chiudere il suo discorso con le parole scritte ad Emanuela Setti Carrara dal fratello in una lettera che sottolinea l'incessante bisogno di una comunità, di persone che nella loro vulnerabilità possono prendere coscienza e combattere con il silenzio. "Ciascuno può aprirsi verso un orizzonte più ampio. Siamo stati educati alla generosità, allo sguardo verso la diffusa sofferenza umana".

La cerimonia si è poi conclusa con la deposizione della corona d'alloro sul monumento dedicato al Generale Dalla Chiesa, in un costante monito che la memoria non si affievolisce, ma che permane nitida e viva.

Diana Tassone

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