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Economia e lavoro | 05 settembre 2018, 14:02

Apre la festa della Fiom a Torino: "Il decreto Dignità? È pensato bene ma fatto male. Un casino"

Assente la leader nazionale Re David, trattenuta dalla questione Ilva. Bellono: "Narrazione spesso schizofrenica tra la ripresa e la crisi, ma presto la retorica non basterà più: serviranno soluzioni. Sul lavoro non serve attenzione, ma coerenza"

Apre la festa della Fiom a Torino: "Il decreto Dignità? È pensato bene ma fatto male. Un casino"

Gli ultimi ritocchi agli arredi, dentro i vecchi container a fare da cornice, la coda al bancone del bar per il caffè e le musiche nell'aria - quelle classiche - da "Creuza de Ma" di Fabrizio de Andrè ai Modena City Ramblers, fino a puntate più moderne come le ultime cose di Jovanotti.

Il debutto della Festa della Fiom 2018 (orfana all'improvviso della leader nazionale Francesca Re David, trattenuta a Roma, al ministero, dalla questione Ilva) è un rituale che affonda e non nasconde le sue radici, i suoi riferimenti anche culturali e ovviamente le tematiche che scandiranno questi giorni di disimpegno, ma senza trascurare l'impegno. La cornice, simbolica, è lo spazio di Mrf in corso Settembrini, luogo che sta cercando di trovare un futuro alla vecchia fabbrica.

Facile trovare un parallelo con quello che è il tema più generale del futuro di FCA, tra incertezze di settore e l'incognita del dopo-Marchionne. Anche se tra le fila di persone sedute è ancora tempo di racconti su vacanze, famiglie e ultime novità.

"Quella del luogo non è una scelta di ripetizione rispetto agli ultimi due anni - sottolinea Federico Bellono, segretario provinciale di Fiom - ma ha valore politico e sindacale, visto che molti temi restano irrisolti. Il punto però non riguarda solo FCA: a differenza del passato, sul tema del lavoro non serve solo attenzione, ma coerenza. Sono state spese tante parole in questi mesi, ma la narrazione è schizofrenica. Dalla retorica della ripresa a quella della crisi, come se non fosse successo nulla".

A Torino, insiste Bellono, c'è un dato di fatto che va oltre la situazione nazionale: "L'incertezza sul futuro di FCA e Lingotto, dunque per l'indotto del territorio. E se i numeri delle aziende in crisi sono lievemente diminuite, i picchi di criticità come Comital dimostrano difficoltà anche evidenti. E intanto aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali, soprattutto in FCA". "E presto - aggiunge - ci troveremo di fronte a situazioni inedite in cui la retorica non servirà, ma serviranno soluzioni. Dunque se gli indicatori descrivono una realtà meno drammatica rispetto al passato, questa differenza non è percepita dalle persone e questo spiega anche certi comportamenti elettorali".

Essere sindacato, d'altra parte, non può evitare una vicinanza con la politica e le sue scelte. "Dalle decisioni sugli ammortizzatori sociali ad altre di cui si discute, non si può ignorare origine e responsabilità. Questa sera discuteremo su chi governa in questo momento e alcune preoccupazioni che avevo all'inizio si stanno realizzando - conclude Bellono - siamo in costante campagna elettorale e si fa leva sui temi più spendibili, legati alle paure delle persone".

"Quindi l'immigrazione. Che è importante, ma non può essere l'unico. L'Italia è uno dei Paesi che in Europa ha una visione maggiormente distorta, delle emergenze, rispetto alla realtà. E questo influisce il cambiamento culturale delle persone, secondo me in peggio. Mentre su alcuni argomenti si stanno già spostando l'orizzonte temporale negli anni o addirittura nel corso della legislatura".

"Il decreto Dignità? È un casino. Su un tema come i contratti a termine siamo anche d'accordo sul principio, ma se si interviene come un elefante in una cristalleria il rischio è che si facciano ancora più danni. È pensato bene, ma fatto male", conclude Bellono.

Massimiliano Sciullo

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