Se il diavolo non ci metterà la coda, oggi, mercoledì 19 settembre, Giovanni Quaglia, ex presidente della Provincia di Cuneo e attuale presidente della Fondazione Crt, dovrebbe aggiungere un nuovo incarico ai già innumerevoli che ricopre nel mondo bancario.
E’ infatti in predicato per la presidenza del Comitato di supporto della Cassa Depositi e Prestiti, organo consultivo di 9 membri riservato alle fondazioni bancarie, azioniste di Cdp con poco meno del 16%.
Il nome di Quaglia è stato proposto la scorsa settimana, in occasione dell’esecutivo dell’Acri, l’associazione delle fondazioni e casse di risparmio italiane, dal presidente Giuseppe Guzzetti.
La nomination avrebbe preso quota, secondo quanto riferiscono vari quotidiani nelle pagine economiche, al posto della candidatura in pectore di Fabrizio Palenzona.
L’indicazione di quest’ultimo sarebbe caduta sia perché è richiesto il requisito di essere presidente di una fondazione, sia perché Palenzona è al vertice di Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali e vicino ai Benetton.
Nel Comitato di supporto dovrebbe entrare anche Francesco Profumo, mentre gli altri posti, secondo le indicazioni emerse dall’Acri, spetterebbero alle fondazioni di Lucca, Venezia, Teramo, Spoleto, Bolzano, Carimonte e Savona.
Il nuovo ruolo di presidente del Comitato di supporto della Cdp (per quanto questo sia organo consultivo) conferma e rafforza il ruolo di Quaglia nel gotha della finanza italiana.
Cassa Depositi e Prestiti – lo ricordiamo - è la terza più grande banca italiana in base al valore del totale attivo di proprietà del gruppo (circa 420 miliardi di euro nel 2017), dopo UniCredit e Intesa Sanpaolo: gestisce l'intero risparmio postale italiano, che rappresenta la sua prima fonte di risorse finanziarie.
Queste risorse sono utilizzate dalla banca per prestare denaro allo Stato o alle amministrazioni locali, acquisire azioni strategiche e investire in progetti finanziari, infrastrutturali ed economici ritenuti strategici per lo sviluppo dell'economia italiana.
Cdp possiede oggi diverse azioni di società quotate nel mercato azionario italiano come Fincantieri, Eni, Snam, Poste italiane e Terna.
Negli ultimi anni il ruolo del Cdp all'interno dell'economia italiana è cresciuto a dismisura. La società ha iniziato a operare più come una banca d'investimento, aumentando il proprio portafoglio di società quotate e le sue attività legate al finanziamento di società italiane, rendendo il finanziamento di enti pubblici, le sue attività storiche, meno rilevanti rispetto al passato.