Cosa cambia, nel mondo, ora che i protagonisti del commercio internazionale sono i dazi e le guerre più o meno fredde tra le grandi potenze commerciali, prima che politiche, del pianeta? Se n'è discusso in occasione del convegno organizzato da Sace Simest e Intesa Sanpaolo.
Mentre gli ultimi round di dazi rafforzano le tensioni Usa-Cina, i timori di una guerra commerciale balzano al primo posto tra i rischi che maggiormente preoccupano le imprese, soprattutto quelle che esportano. Come cambieranno le regole per chi punta sui mercati esteri? Ma soprattutto come potranno affrontare le piccole e medie imprese italiane le complessità di questo nuovo scenario, cogliendo le occasioni che l’export e l’internazionalizzazione possono offrire?
In questo contesto, la nostra regione (da sempre una delle maggior esportatrici in Italia) si deve muovere con cautela e consapevolezza. “L’export e l’internazionalizzazione rappresentano e continueranno a rappresentare in futuro il principale driver della crescita economica, tanto a livello nazionale quanto a livello regionale – ha dichiarato Alessandro Decio, ad di SACE –. È molto importante che le aziende italiane e piemontesi, spesso assolute eccellenze nei loro mercati, siano supportate nella loro crescita internazionale al meglio, con continuità e in maniera sostenibile, sia attraverso il supporto finanziario che con know-how specialistico. Come Polo SACE SIMEST solo nell’ultimo anno abbiamo mobilitato oltre 900 milioni di euro a sostegno dei piani di crescita estera di più 1.200 imprese piemontesi e contiamo in futuro di poter contribuire sempre di più, anche attraverso una maggiore complementarietà con il sistema bancario. Questo evento è una conferma importante della nostra storica e proficua collaborazione con Intesa Sanpaolo, in un momento in cui è fondamentale unire le forze per offrire alle imprese gli strumenti necessari per crescere sui mercati esteri”.
“Anche dal nostro punto di vista le esportazioni, nonostante una lieve flessione del commercio internazionale, resteranno la leva della crescita italiana – ha dichiarato Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori, Intesa Sanpaolo - Abbiamo supportato l’internazionalizzazione di 64.000 imprese e pensiamo che lavorando in sinergia ci siano ulteriori importanti spazi di crescita. In quest’ottica l’accordo con SACE siglato a inizio anno sta dando risultati importanti. Va detto che in questi anni è aumentata la distanza geografica e culturale dei mercati di sbocco, sempre più concentrati in Asia. L’aver investito in una rete estera in grado di coprire 100 Paesi al mondo è stato determinante. Così come lo sarà l’offerta di programmi di formazione e di comunicazione digitale alle aziende: il Piemonte è stato il primo a beneficiare del programma Digital4export, che poi abbiamo portato anche nelle altre regioni. Ci agevola infine poter lavorare con le imprese attraverso la filiera: in Italia abbiamo sviluppato circa 600 contratti, di cui 70 in Piemonte, a cui corrisponde un fatturato di oltre 40 miliardi e oltre 15.000 fornitori collegati a livello nazionale”.
Attualmente il Piemonte è la quarta regione esportatrice italiana con circa 48 miliardi di euro di export nel 2017, in crescita del +7,7% rispetto all’anno precedente.
A trainare la performance dell’ultimo anno sono stati la meccanica strumentale (+9,9%, grazie alla domanda di Stati Uniti e Cina, entrambe oltre al 30%) e alimentari & bevande (+10,9%, in forte aumento verso Spagna e Belgio): due settori distintivi del Made in Piemonte che da soli rappresentano oltre il 29% del totale delle vendite delle imprese regionale all’estero. Buono l’andamento, confermato anche nel primo semestre dell’anno anche per i comparti della gomma & plastica e del tessile & abbigliamento. Sotto osservazione invece l’andamento dei mezzi di trasporto & automotive: il primo settore dell’export piemontese, che da solo (pesa per il 24,3%), ha messo a segno una crescita del 3,7% nel 2017, ma ha risentito del calo della domanda globale nel primo semestre dell’anno in corso (-8,7%).
Il 2017 è stato un anno di crescita ancora più intensa anche per le esportazioni dei distretti piemontesi (+14,4% pari a un aumento in valore di 1,1 miliardi di euro), che sono riusciti a conseguire risultati nettamente superiori alla media dei distretti italiani (5,3%), anche grazie a una crescita costante nei quattro trimestri dell’anno. L’ottimo risultato è stato ottenuto grazie all’incremento delle esportazioni di ben 9 distretti su 11; 4 di questi si sono collocati tra i primi 20 su scala nazionale in termini di crescita export: Oreficeria di Valenza al primo posto (+33,8%, pari a 524 milioni di euro), Dolci di Alba e Cuneo al quarto posto (+26%, corrispondenti a un aumento dell’export di 248 milioni di euro), Vini delle Langhe, Roero e Monferrato al sedicesimo posto (+10,2%, pari a 125 milioni di euro), Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia al diciassettesimo (+9,9%, pari ad un aumento delle esportazioni di 124 milioni di euro).
Ma in un mondo che cambia costantemente, bisognerà vedere in che condizioni le nostre merci attraverseranno le Colonne d'Ercole dei dazi e della politica internazionale decisamente muscolare del presidente degli Usa, Donald Trump.