Quattro scout del torinese che si schierano dalla parte di Mimmo Lucano nel giorno della sua ultima condanna: stop agli arresti domiciliari, ma libertà mutilata e offesa, con l'obbligo di abbandonare il Comune di Riace. Per continuare a sostenerlo, e, soprattutto, far conoscere alla gente il suo operato per i profughi negli ultimi anni, un gruppetto di ragazzi ha deciso di organizzare in Cascina Roccafranca una mostra dedicata al modello da lui lanciato nella cittadina calabrese.
Inaugura domani - giovedì 18 ottobre - alle ore 18 (in via Rubino 45) “L'accoglienza è nelle nostra radici”, in esposizione fino al 27. Una raccolta di materiale fotografico e testuale che racconta il percorso di Lucano dagli avvii del suo progetto umanitario fino agli ultimissimi fatti di cronaca che lo hanno visto protagonista.
Una storia partita nel 1998, quando una barca di profughi arrivò nel piccolo borgo calabrese di Riace, quasi spopolato, in una terra, la Locride, apparentemente destinata all'oblio. Ma ecco che da questi sbarchi si riaccende una speranza per una svolta sociale collettiva, con la successiva nascita dell'associazione Città Futura e l'operato del sindaco Lucano. Inizia così una nuova fase: il territorio torna a vivere, le case abbandonate vengono messe a disposizione dei profughi, l'economia locale si risolleva attraverso progetti e politiche di inclusione.
Tutto questo è stato raccolto dagli occhi e dal cuore di un gruppo di amici e scout venticinquenni originari di Rivalta, che nel 2012 hanno intrapreso un viaggio a Riace vivendo attivamente all'interno della comunità di immigrati e cittadini. “Con questa mostra vorremmo raccontare un'esperienza positiva – spiegano nel manifesto di lancio del loro lavoro -, una risposta concreta che oggi ancora di più ha senso difendere e promuovere. Vogliamo dire che accogliere conviene ed è nelle nostre radici”.
“A Riace abbiamo dato una mano affiancando i volontari di Città Futura”, racconta Andrea Zenoni. “Volevamo così portare con noi a Torino un po' di quanto vissuto, divulgando il più possibile i principi di Mimmo Lucano. Il suo modello non deve morire, anzi, dimostra che un nuovo sistema di accoglienza e integrazione è possibile. Rappresenta un approccio diverso alle politiche di immigrazione, non respingente ma inclusivo”.
Una mostra organizzata in fretta e furia alla luce degli ultimi fatti di Riace, che ha trovato immediatamente la disponibilità della Cascina Roccafranca.
Saranno esposti documenti e immagini prodotti dai ragazzi stessi, ma anche fotografie concesse da Nicola Zolin e articoli di giornale sul tema. A cura di Alba D’Elia, Giulia Filippini, Luisa Luchino e Andrea Zenoni.
“È tutta qui la forza di un paese e di un sindaco che non si sono mai rassegnati all’idea tossica di un muro da erigere. Spalancare le porte e immaginare strade nuove per dare un’occasione a chi sta perdendo tutto: pace contro guerra, lavoro contro sfruttamento, integrazione contro indifferenza”.