Attivarsi per far sì che la sindrome fibromialgica venga riconosciuta all’interno del Servizio sanitario nazionale e, in attesa che questo accada, prevederne almeno il riconoscimento a livello regionale. È quanto ha chiesto all’Assemblea legislativa piemontese la delegazione della sezione torinese dell’Associazione italiana sindrome fibromialgica Onlus ricevuta oggi a Palazzo Lascaris.
L’incontro è stato presieduto dal presidente del Consiglio regionale Nino Boeti alla presenza del consigliere segretario Giorgio Bertola e del presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi; sono intervenuti i componenti dell’Associazione Davide Mensio e Caterina Marsaglia che hanno sottolineato come il mancato riconoscimento ricada sui pazienti e sulle loro famiglie, sia per quanto riguarda le prestazioni sanitarie e l’acquisto dei farmaci, sia a livello lavorativo per il riconoscimento dell’invalidità e delle assenze per malattia.
Occasione dell’incontro è stato l’emendamento presentato dal consigliere Roberto Ravello (Fdi) al provvedimento “Omnibus” che chiede, appunto, il riconoscimento a livello regionale della fibromialgia e dell’encefalomielite mialgica benigna.
Al termine dell’incontro il presidente Rossi si è impegnato ad accordarsi con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta per affrontare in tempi brevi il tema fibromialgia in Commissione. Erano presenti, tra gli altri, i consiglieri Elvio Rostagno, Valentina Caputo (Pd), Davide Bono (M5s) e Stefania Batzella (Mli).
La sindrome fibromialgica è una forma comune di dolore muscolo scheletrico diffuso e di affaticamento che colpisce approssimativamente tra 1,5 e 2 milioni di italiani. Interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa e, sebbene possa assomigliare a una patologia articolare, non si tratta di artrite e non causa deformità delle strutture articolari.