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Attualità | 22 novembre 2018, 16:22

Torna a crescere il numero di stranieri nel torinese, gli immigrati scelgono la provincia

I comuni che registrano la percentuale più alta di stranieri sono Pragelato (27,6%), Colleretto Castelnuovo (24,5%), Claviere (18,2%), Chiesanuova (17%) e Pancalieri (16%)

Torna a crescere il numero di stranieri nel torinese, gli immigrati scelgono la provincia

Dopo anni di diminuzione, aumenta il numero di stranieri presenti in Provincia di Torino. Al 31 dicembre erano complessivamente 220.403 unità - di cui 103.747 femmine e 116.656 maschi- pari al 9,71% della popolazione complessiva.

Rispetto al 2016 si registra un aumento di 1.369 persone nella Città Metropolitana, mentre nel capoluogo i numeri restano praticamente invariati. In totale in provincia erano 88.856, di cui 47.390 femmine e 39.467 maschi.

I comuni che registrano la percentuale più alta di stranieri sono Pragelato (27,6%), Colleretto Castelnuovo (24,5%), Claviere (18,2%), Chiesanuova (17%) e Pancalieri (16%). A Moncenisio, Massello, Ribordone, Val Prato e Soana non si registrano presenze di popolazione straniera.

A Torino nel 2017 gli immigrati erano 132.806 - 76 in più - su 884.733 abitanti: gli italiani segnano un - 4.264. La maggior parte proveniva dalla Romania, seguito da Marocco, Perù, Cina e Albania. Le circoscrizioni in cui si registra un maggiore numero di stranieri sono la 6,7,5 e 4. La fascia d'età più popolosa è quella fra i 35 e 39 anni, mentre i minori sono il 21,43% e gli anziani salgono al 3,3%.

L’assessora regionale all’Immigrazione, Monica Cerutti, è intervenuta questa mattina durante l’illustrazione a Torino Incontra dei dati dell’Osservatorio interistituzionale sugli stranieri: “Come dimostrano i dati dell’osservatorio, non siamo davanti a un’emergenza. I migranti non ci stanno invadendo. Piuttosto siamo preoccupati per l’impatto che il decreto Salvini potrà produrre a livello di sicurezza e perdita di posti di lavoro".

"Siamo soprattutto in apprensione per i minori stranieri non accompagnati, che sono i più fragili. Sappiamo già che i progetti di prima accoglienza, faticosamente avviati, verranno azzerati, anziché potenziati. Invece il bisogno di posti aumenta, anche considerando che molti minori vengono intercettati al confine con la Francia e trattenuti nel nostro Paese".

"Dobbiamo dirlo nel momento in cui si sta distruggendo il sistema di accoglienza Sprar. Quello piemontese è messo a dura prova. Non possiamo tacerlo”, conclude la Cerutti.

Cinzia Gatti

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