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Sanità | 18 gennaio 2019, 06:00

A Torino batte il cuore delle nuova frontiera per la cura dell'infarto. "Piemonte all'avanguardia in Europa"

Nella nostra regione la media di pazienti curati con angioplastica è superiore a quella italiana che già è ai vertici con la Germania. Musumeci: "Possiamo migliorare nell'uso dei farmaci ipolipemizzanti, ma stiamo crescendo anche in questo"

A Torino batte il cuore delle nuova frontiera per la cura dell'infarto. "Piemonte all'avanguardia in Europa"

"Ci difendiamo bene, soprattutto nella cura dell'infarto acuto riaprendo l'arteria con un'angioplastica".

"In Piemonte si sono eseguite 688 interventi di angioplastica per milione di abitanti nel 2018, una performance superiore alla media nazionale". Giuseppe Musumeci, direttore della struttura complessa di Caridologia dell'azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, introduce così la prima giornata di lavoro al Lingotto, per l'evento "Change in cardiology", che si concluderà domani, sabato 19 gennaio.

Un evento che vuole accendere i riflettori proprio sulle nuove frontiere di questa branca della medicina, che tocca tutti da vicino, con la presenza di grandi nomi in arrivo dagli Usa come Joseph Angiolillo, Roxana Mehran e Robert Giuliano. Conferenze, interventi, ma anche studio di casi specifici con tanto di proiezione in diretta su mega schermo di esami o interventi, commentati in collegamento video. Tra i numeri più interessanti (e incoraggianti) di sicuro ci sono quelli che mettono l'Italia alla ribalta europea per metodi di cura e risultati.

In particolare, siamo il primo Paese per efficacia nel tratta dell'infarto, con una riduzione della mortalità del 20-25%. Se trent'anni anni fa moriva il 30% dei pazienti in ospedale, oggi quella porzione è limitata al 4%. Merito, soprattutto, dell'angioplastica coronarica. "In Italia si eseguono 600 interventi per un milione e di abitanti - aggiunge Musumeci -, valore che solo la Germania riesce a raggiungere".

E un calo del 50% di mortalità è dovuto anche a nuove terapie tramite farmaci e anticorpi monoclonali somministrati a pazienti cardiopatici. Altri enormi progressi sono infine legati alla cura della valvola aortica e sulla mitrale senza necessità di intervento chirurgico.

Ma se nella cura dell'infarto con angioplastica siamo all'avanguardia europea, qualcosa da fare c'è ancora su altri fronti. "Bisogna crescere sull'abbattimento delle liste di attesa. A Cuneo ci siamo riusciti e altre realtà ci stanno lavorando. E anche sull'utilizzo dei farmaci, gli ipolipemizzanti sono ancora molto poco diffusi in Piemonte, così  come, anche se in maniera meno evidente, alcuni anticoagulanti. In ogni caso anche sotto questo aspetto stiamo migliorando e crescendo".

La tre giorni di convegno ha il patrocinio di ANMCO (associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), GISE (Società italiana di cardiologia interventistica), AIAC (associazione Italiana aritmiologia e cardiostimolazione), Fondazione per innovazione e ricerca in Cardiologia e Ordine medici chirurghi e odontoiatri della Provincia di Cuneo.

Massimiliano Sciullo

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