L'Aula della Camera approva la mozione di M5S e Lega sulla Tav. Il testo, passato a Montecitorio con 261 voti a favore, 136 contrari e due astenuti, impegna tra l'altro il governo a "ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia".
"Lega e 5Stelle, con il voto alla Camera, pregiudicano sempre più seriamente la TAV - dice il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino -. Il blocco dei lavori salva il governo e mette in un angolo il Piemonte, che vuole crescere e non essere vittima delle pantomime elettorali della maggioranza. I palazzi della politica non sono tutti uguali. Siamo a fianco delle forze economiche e sociali, della società civile che protestano contro questa decisione. Dal canto mio, se il blocco dei lavori permarrà, chiederò al Consiglio regionale di indire una consultazione popolare sulla TAV in modo che i piemontesi possano pronunciarsi liberamente”.
Furente la reazione del mondo economico torinese. "Il sistema delle imprese, del lavoro, della cooperazione e delle professioni di Torino e del Piemonte oggi, dopo l’approvazione da parte della Camera di una mozione che impegna il governo a ridiscutere la Tav Torino-Lione, sottolinea la gravità di quanto accaduto e chiede all’esecutivo di non dare il via libera a decisioni che avranno il solo risultato di minare e depauperare le possibilità di ripresa del territorio e del Paese".
"Torino e il Piemonte – viene ricordato dalle 33 sigle comprese nel fronte che ormai da tempo si è schierato a favore dell'infrastruttura con la Francia -, significano il 7,7% del Pil italiano e soprattutto sono un territorio credibile e deciso a riprendere il cammino dello sviluppo. Le associazioni che sono scese in campo per difendere la Tav e sostenere la necessità di una concreta politica di investimenti e infrastrutture, rappresentano qualcosa come 326mila aziende, 1,3 milioni di lavoratori, un fatturato pari a 130 miliardi di euro ed esportazioni per 48 miliardi". "Adesso c’è il serio rischio per il nostro territorio di vedersi chiuso in un angolo, isolato dai grandi flussi commerciali ed economici, privo dei collegamenti essenziali per lo spostamento delle merci e delle persone".
"Il destino al quale il governo vuole condannarci – concludono i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori -, è fatto di un progressivo impoverimento che le imprese e i lavoratori di Torino, del Piemonte e dell’Italia non meritano e che respingono nel modo più chiaro e deciso. I rappresentanti del sistema della produzione e del lavoro assicurano quindi chi vuole tutto questo, che continueranno a lottare per un futuro fatto di progresso e benessere".
Va ancora oltre Corrado Alberto, presidente di Api Torino: "Un fermo delle attività produttive, d’accordo con i lavoratori, per dire forte e chiaro che il sistema delle imprese e del lavoro non cede il passo a chi vuole distruggere il nostro futuro”. “Quanto sta accadendo – dice ancora Alberto – indica chiaramente che i palazzi della politica non hanno ancora compreso il significato vero delle nostre richieste e delle nostre posizioni. Noi non giochiamo con gli appuntamenti elettorali e tanto meno con le opinioni delle persone e non vendiamo insani sogni di un futuro migliore basato su una decrescita che significa in realtà recessione”.
“Un fermo delle nostre attività – conclude quindi Alberto -, significherebbe un fermo nella produzione di ricchezza, occupazione, benessere, futuro per milioni di persone. E’ questo che vuole chi ci governa?”.