Si è presentato poco prima delle 16 di ieri, quando stava per terminare il turno di molti lavoratori. E, malgrado fosse ben visibile di fronte alla storica porta 2 di corso Tazzoli della Fiat (o Fca, come si chiama oggi), Sergio Chiamparino ha visto alcuni operai fermarsi a salutarlo e a stringerli le mani, ma molto di più sono coloro che hanno tirato dritto o hanno scelto l'uscita laterale.
Si sono sentiti commenti anche poco concilianti, per non dire pesanti: "si fanno vedere perché siamo sotto elezioni", oppure "certa gentaglia viene adesso perché c'è da chiedere il voto", oppure ancora "ora vi svegliate...". Il Governatore del Piemonte, che si è fermato a parlare con il candidato Gianni Comparetto, ha provato a prenderla con filosofia: "Se venivo trent'anni fa, forse era ancora peggio... Se ne sentivano di tutti i colori all'inizio degli anni Novanta, quando c'era stata un'altra grave crisi".
Chiamparino ha poi attaccato gli avversari politici, in modo particolare Matteo Salvini: "Bisognerebbe usare un altro linguaggio quando si occupa una carica istituzionale e si è il rappresentante di tutti, non solo di una parte. Io capisco l'amarezza dei lavoratori di oggi, perché quando si guadagnano 1100 euro al mese si fa fatica. Ma la rabbia va compresa e non cavalcata, provando a dare risposte concrete per risolvere i problemi".
Il Governatore del Piemonte ha criticato quota 100 ("una risposta facile data a coloro che sono vicini alla pensione, ma non una soluzione per problemi di lungo periodo"), ha affrontato il tema della casa editrice AltaForte e del Salone del Libro, con la decisione presa insieme da Comune e Regione di presentare un esposto. Ma soprattutto ha detto la sua sulle prospettive Fca, definendo "l'auto elettrica una risposta positiva, ma solo parziale. Servono innovazione, nuovi modelli e investimenti".