"Mi chiedo che cosa stia pensando di fare il governo a fronte delle quasi 10 mila diecimila sentenze definitive in coda alla Corte d’appello di Torino. Tra queste vi sono condanne per stupri, maltrattamenti e truffe. Una situazione che grida vendetta". Massimo Battaglia, segretario generale di Confsal UNSA, prima sigla sindacale della giustizia, alza i toni in vista del sit-in di mercoledì 22 davanti al Palagiustizia di Torino, al quale parteciperanno rappresentanti sindacali provenienti da tutti i tribunali d'Italia.
"L'Italia è il Paese in cui spuntano come i funghi le inchieste sui reati della politica ai danni dei cittadini - continua Battaglia - ma poi da nord a sud si scopre che vi sono migliaia di sentenze non eseguite sui reati più abietti che tradotto significa migliaia di criminali in libertà. Non è nostra intenzione puntare il dito, i 5 milioni di arretrato nei settori civile e penale e le carenze croniche di personale non sono un problema di oggi. Stiamo lanciando un grido di allarme".
Mercoledì a Torino il sindacato tornerà in piazza per non dimenticare il caso di Stefano Leo, barbaramente ucciso lungo i Murazzi da un delinquente già condannato per altri reati ma in libertà. "Ora è il momento di agire - conclude Battaglia - nei giorni scorsi ho scritto al presidente Mattarella e al ministro della Giustizia Bonafede per chiedere un intervento immediato. Ma se nelle prossime settimane non ci saranno interventi preannuncio lo sciopero generale della giustizia. Il governo la smetta di litigare e intervenga subito destinando alla giustizia il miliardo di euro risparmiato sul Reddito di Cittadinanza: la giustizia è un tema prioritario per un Paese civile".
Intanto, nelle scorse ore, dopo le azioni di protesta del sindacato Confsal UNSA sono state depositate due interrogazioni parlamentari sul caso Murazzi, una dei Fratelli d'Italia e l'altra a firma dell'ex sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore.