Con la cultura non si mangia? Torino non è così d'accordo. Per dimostrare che anche gli eventi di intrattenimento fanno del bene all'economia del territorio chiama a testimoniare 2.148.271 motivi per ricredersi.
È il valore in euro delle ricadute per il capoluogo e provincia dell'ultima edizione del Torino Film Festival. Che ha contato 62.500 presenze, ma soprattutto ha generato un meccanismo di spese legate sia all'organizzazione dell'evento, sia alla permanenza turistica degli spettatori.
Si stima infatti, in base alla ricerca effettuata da Camera di Commercio e Fondazione Fitzcarraldo, che la permanenza media di chi è venuto a Torino per il TFR sia stata di quattro giorni e mezzo e con un 41% di turisti che ritorna al Museo del Cinema. Il 27% proviene da fuori Torino e il 33% visita anche altri musei.
Questo significa poco oltre 777mila euro di spese di turisti, cui si sommano gli oltre 1,3 milioni di euro di spese di organizzazione legate al territorio torinese (complessivamente le spese di organizzazione superano gli 1,8 milioni). Un volume cui si sommano 400mila euro di sponsorizzazioni tecniche. "Il risultato è una promozione a pieni voti per il Festival, cui sono affezionato din da ragazzo - dice Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di commercio di Torino - e quindi merita gli investimenti fatti e che si faranno in futuro".
"Insieme a eventi come Kappa Futur festival, droni e altre attrazioni sperimentali e innovative, la tendenza per Torino è quella di essere una città sempre più alternativa, come è stata Berlino in passato e Lisbona di recente. È importante avere un substrato fertile in questo senso", conclude Ilotte.
"Siamo contenti che un evento culturale produca anche ricadute economiche - prosegue Sergio Toffetti, presidente del Museo del Cinema di Torino - Le ragioni che rendono il festival attrattivo per un pubblico internazionale sono però diverse da quelle che interessano un pubblico torinese. Puntiamo dunque a in festival 'di massa di nicchia' e questo deve essere l'obiettivo di un buon organizzatore. E fin qui possiamo dire di esserci riusciti".
"La questione dell'equilibrio è davvero molto importante - concorda Emanuela Martini, direttrice del TFF - e abbiamo conservato l'identità che proveniva da Cinema Giovani. E anche l'apprezzamento di 8 su 10 da parte di chi frequenta il Festival è molto importante. Così come è importante il passaparola nella promozione dell'evento, sia per chi si trova in città, sia per chi arriva da fuori".
La ricerca mostra in dettaglio come di 62.500 presenze si siano venduti 26.641 biglietti, 871 pass giornalieri e 644 abbonamenti, cui si sommano 2.161 accrediti stampa. L'età prevalente è tra i 25 e i 34 anni, lievemente più maschile che femminile (50,7%) e con una cultura elevata (il 65% è laureato). Veri divoratori di film, visto che il 76,1% va al cinema oltre 12 volte all'anno.
A margine dell'incontro alla Camera di Commercio si è parlato anche del futuro direttore del Museo Nazionale del Cinema, che dovrebbe essere nominato entro la fine dell'estate. Al bando hanno partecipato 70 persone tra le quali ne sono state selezionate 20 alle quali è stato chiesto di stilare un programma. "L'11 luglio ci incontriamo per fare il punto - ha detto all'Ansa Gaetano Renda, del comitato di gestione del Museo - e individuare una rosa di 7-8 persone sulle quali lavorerà poi un'agenzia ad hoc, insieme al comitato a cui spetta la nomina".