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Eventi | 01 novembre 2019, 10:44

Gli highlights di Flashback: Gauguin, Sargent, De Chirico, Canova

La fiera torinese, in programma da ieri a domenica 3 novembre al Pala Alpitour, giunge alla sua settima edizione e aggiunge un nuovo capitolo alla sua storia, Gli Erranti

Gli highlights di Flashback: Gauguin, Sargent, De Chirico, Canova

FLASHBACK, la fiera torinese dove l’arte è atemporale e tutte le opere vivono sul medesimo “orizzonte degli eventi”, giunge alla sua settima edizione e aggiunge un nuovo capitolo alla sua storia, Gli Erranti.

Ma chi sono Gli Erranti? Siamo tutti noi, crononauti dell’arte e nell’arte; sono i galleristi che ci riportano al magico racconto dei principi di Serendippo, girovaghi instancabili, che nei loro viaggi inciampano a ogni passo in nuove meraviglie; sono le opere di ogni epoca, stile e parte del mondo; sono i visitatori e i collezionisti che, raminghi fruitori, invitiamo a perdersi nel nostro ricercatissimo caos.

Un racconto a più voci, quello di Flashback, un itinerario senza pregiudizi dedicato alle mille sfaccettature della ricerca artistica: special project Flashback è Opera Viva, exhibition, lab, sound, storytelling, talk, video, food & drink. Nel viaggio attraverso le opere in fiera, incontriamo numerose perle rare di arte “tutta contemporanea”.

Un lavoro di grandi dimensioni di Julian Schnabel (Galleria Gian Enzo Sperone) accoglie i visitatori all’ingresso di Flashback, un’opera che fa parte della produzione più apprezzata dell’artista americano, quella dei “plates” ed è intitolata “Cannibales Club” del 2009. Un dipinto di De Nittis (Società di Belle Arti) che ritrae la moglie Léontine nel giardino della loro villa a Parigi, otto anni circa dopo l’arrivo del pittore da Barletta. Siamo nel pieno impressionismo e quest’opera testimonia della stretta amicizia con Manet. L’opera, che proviene da collezione privata, non è mai stata esposta prima, seppure inclusa nelle monografie ufficiali dell’artista. (Léontine sul prato 1878-79, pastello su tela, cornice originale).

Una rarissima opera del celebre artista inglese John Singer Sargent, del 1884, un olio su tela che si ritiene raffiguri la principessa Beaumont de Beaumont di Liegi (Belgio), che sposò il principe Ruffo di Calabria. La figura è elegantemente abbigliata con una veste che riflette lo stile degli anni sessanta dell’Ottocento: l’abito scuro è corredato da un impalpabile scialle in velo a coprire le spalle nude mentre la sofisticata acconciatura con aigrette è in pendant con il collare nero in organza arricciata. In mostra nello stand della Galleria Russo insieme ad un capolavoro di Paul Gauguin “La Sente des Gratte Coqs” del 1882, olio su tela, realizzato nel 1882.

Il paesaggio raffigura il sentiero di Gratte Coqs, a Pontoise nella val-d’Oise a nord di Parigi. A Pontoise si era stabilito ormai da diversi anni Camille Pissarro (la sua abitazione era a poca distanza dal tratto di sentiero rappresentato), con il quale Paul Gauguin aveva instaurato un rapporto di profonda amicizia e stima. Il soggiorno del 1882 coincide con la definitiva scelta di Gauguin di abbandonare il lavoro in banca e di dedicarsi esclusivamente all’arte e prelude ad una serie di trasferimenti (la Normandia, la Bretagna, la Provenza) che determineranno in maniera totale l’evoluzione del suo stile. Seppur ancora fortemente ispirata da suggestioni impressioniste, nel dipinto Gauguin prelude a quella visione intellettuale della natura non riprodotta fotograficamente, ma interpretata e ricreata con accenti che, nelle opere più mature, diventeranno esplicitamente simbolisti.

Un busto in gesso che ritrae niente meno che Carolina Bonaparte proveniente direttamente dalla collezione Wittelsbach, ex casa regnante di Baviera, è l’opera di Canova, che si può ammirare presso la Laocoon Gallery insieme al busto, sempre in gesso, del marito di Carolina, Gioacchino Murat. Un raro disegno di grande intimità di Amedeo Modigliani che ritrae Jeanne Hébuterne nel 1917, la modella, pittrice e compagna di Modigliani morta suicida poco dopo la morte dello stesso Modigliani (da Galleria Torbandena). Quest’opera è stata esposta alla Biennale di Venezia del 1930 e alla grande mostra dedicata a Modigliani del 1946 di Palazzo Reale di Milano. Sempre Modigliani è esposto anche dalla galleria parigina Cazeau con un disegno che ritrae “Anna Zborowstra”.

Originariamente nella collezione di Paul Guillame, il De Chirico della “Maison aux volets verts” del 1927 tratta il tema delle architetture all’interno di stanze. Allo spettatore si offre come palcoscenico ambiguo che oscilla tra realtà e finzione (Galleria Russo). Un altro De Chirico fa bella mostra di sé presso la Galleria dello Scudo, “L’Archeologo coloniale” del 1938, un’opera di straordinaria potenza visiva.

Una scoperta relativa all’arte del Settecento Veneto riguarda, invece, Sebastiano Ricci (Belluno 1659 – Venezia 1734) con l’opera “La Strage degli innocenti” un olio su tela del 1700 circa. A presentarla alla stampa e ai collezionisti la Galleria F.& F. di Perugia. Si tratta dell’unica replica, certamente autografa, o del bozzetto preparatorio finito, una sorta di modello del monumentale dipinto di analogo soggetto realizzato del pittore bellunese Sebastiano Ricci intorno al 1700 per lo scalone della Scuola Grande della Carità a Venezia, dove si trovava ancora nel 1815.

Opera attualmente dispersa dopo essere stata portata a Vienna dal feldmaresciallo austriaco Joseph Radetzky. Il grande telero scomparso, come sottolinea la storica dell’arte Annalisa Scarpa, autrice della autorevole monografia dell’artista, (e anche dello studio critico dell’opera in questione), doveva essere, per prestigio della committenza e per le dimensioni, una delle più pregnanti della sua maturità. L’opera risulta un’eccezionale testimonianza artistica e documentaria per comprendere appieno l’opera del grande maestro e unico documento di studio rimasto per ricostruire una possibile immagine dello scalone della Scuola Grande della Carità a Venezia.

Tra gli stand più apprezzati per l’eleganza dell’allestimento c’è quello della torinese Schreiber che presenta arte orientale da Cina, India e Giappone. Le terracotte, lacche e paraventi datano dal II secolo a.c. al XX secolo.

Per il design la Galleria di recente fondazione Società Antiquaria, Torino, allestisce uno stand con i pezzi forti del design storico italiano, Gio Ponti, Bugatti ed altri. Alta gioielleria da Lorenzo e Paola Monticone con preziosi d’epoca firmati da Tiffany, Cartier, Buccellati e da David Webb tra i più acclamati gioiellieri americani che ha disegnato per Jacqueline Kennedy oltre che per Liz Taylor e altre celebrities.

Gli appuntamenti di domani, sabato 2 novembre

Flashback talk
Mario Davico 1920-2010 > h 11.30
A cura di Pino Mantovani
Testi di Flaminio Gualdoni, Cristina Valota, Franco Fanelli, Riccardo Cavallo

Nella zona franca intellettuale ed esistenziale dello studio, la pittura sola conta, oltre ogni circostanza, ogni nominalismo possibile, ogni accidente mondano. Tutta la vita di Davico si concentra sulla pittura, che l’artista vorrebbe “assoluta”, una pittura che non ammette limitazioni, restrizioni o condizioni, la cui esistenza non dipende da nient'altro, neanche dal tempo, ma sussiste di per sè ‘perfetta’. 
Presentazione della monografia edita da Umberto Allemandi 
   >> Pino Mantovani, Franco Fanelli e Andrea Balzola

Flashback storytelling

Sinoptica > h 12.30

A cura di Scuola Holden

 Attraverso ascolti e letture, Davide Dichiara indaga il fertile confine che attraversa lo spazio tra musica e rumore.

Luigi Russolo, Galleria Allegra Ravizza (Lugano CH, Milano I)

Flashback talk
Arti decorative e Art Design. Passi nel tempo tra Unicità e Serialità > h 15

Arte o design? Arte e design. Un duplice ribaltamento prospettico: all’origine le arti decorative nella loro unicità poi il design novecentesco dove la questione centrale era la riproducibilità, la serialità per l’industria, oggi si verifica il ritorno alla ricerca del “fuori serie”, si marca sempre di più l’ibridazione con l’Arte. Il risultato è una nuova pratica in cui si assiste, per riprendere Coles, a una “rinegoziazione” dei tradizionali confini disciplinari.
Davide e Gabriele Adriano (Adriano Design) > Vanessa Carioggia (Casa d’Aste Sant’Agostino) > Roberta Verteramo (Art designer). Modera: Davide Alaimo (architetto, critico e storico del design dell’architettura)

Flashback lab

Interminati spazi. Storie di universi urbani e pianeti diversi > h 15.30

A cura di Mariachiara Guerra

Flashback talk
Fake, plagi e falsi d’autore > h 15
Conseguenze e curiosità di fingere il vero.
Luca Ferrua (La Stampa), Gipo Di Napoli (Bandakadabra), Roberto Mastroianni (filosofo e Presidente Museo Diffuso della Resistenza)

Flashback sound

X-MOON > h 18.30
Ivan Bert (Tromba, tromba preparata) > Mauro Battisti (Basso, live electronics) > Ricky Acasha (visual design)

Cosa accade quando una spedizione diretta sulla luna si ritrova per errore tra panorami cosmici inattesi? Questo il viaggio immersivo di X-Moon: un messaggio nella bottiglia lanciato, tra space-rhythms e soundscapes psichedelici, da due speciali e involontari wanderers del tempo.

comunicato stampa

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