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Chivasso | 13 gennaio 2020, 09:20

Brandizzo, i lavoratori della Martor tornano a lavorare

La decisione è stata presa a seguito di un vertice all'Unione Industriale di Torino

Brandizzo, i lavoratori della Martor tornano a lavorare

I lavoratori della Martor tornano a lavorare. Dopo settimane trascorse, giorno e notte, in presidio permanente davanti ai cancelli di via Cena, questa mattina, lunedì 13 gennaio, hanno ripreso l'attività lavorativa in contratto di solidarietà. Almeno fino al 21 gennaio, però, una rappresentanza di dipendenti continuerà ad essere presente davanti all'ingresso dell'azienda.

La decisione è stata presa a seguito di una riunione che si è svolta venerdì all'Unione Industriale di Torino tra i vertici della Martor e T.Erre, la ditta del gruppo Borghi intenzionata all’acquisito di un ramo d’azienda della Martor. Durante l'incontro avrebbe infatti dato garanzie ai sindacati di un interessamento che andrebbe ben oltre alle parole e alle promesse.

"T.erre ha confermato l’intenzione di voler investire sul nostro territorio - spiega il consigliere Giuseppe Deluca -, e di lavorare, per quanto possibile, ad incrementare il numero dei lavoratori da trasferire unitamente al ramo d’azienda, ad oggi previsti in 45 dipendenti. Gli azionisti di Martor a loro volta, si sono resi disponibili a ricollocare, all’interno delle loro altre società 8 lavoratori, numero ritenuto non ancora soddisfacente dalla Rsu e dalla Fiom Torino".

Il consigliere spiega anche che "altre ipotesi di gestione degli esuberi, come incentivi e iniziative di ricollocazione in aziende del settore, diritto di precedenza dei dipendenti Martor in mobilità fino al 2022 per nuove assunzioni presso il sito brandizzese sono state presentate, e verranno approfondite nel prossimo incontro previsto il 21 gennaio".

Anche il sindaco Paolo Bodoni ha commentato il rientro al lavoro dei dipendenti. "Come Sindaco rispetto la scelta fatta e starò comunque e sempre a fianco di queste persone che ancora sperano e lottano per un miglioramento delle condizioni per un accordo sentite questa mattina - ha detto -. Per me 117 persone rimangono 117, .la lotta va avanti, in maniera diversa ma continua. Chi potrà continuare con una nuova azienda, chi riuscirà ad avvicinarsi alla sperata pensione, chi dovrà ripensarsi e rilanciarsi in un mondo del lavoro "scarsino", ma mi auguro, e qui i Sindaci devono battersi, con un piano formativo e di rilancio regionale, per un territorio della provincia di Torino sempre più martoriato, e per una speranza che siamo obbligati come Amministratori a dare a queste persone".

a.g.

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