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Viabilità e trasporti | 16 aprile 2020, 15:38

Consulta della mobilità ciclistica: "A Torino rendiamo i controviali ciclopedonali"

Le richieste per la fase 2: accesso ai veicoli a motore solo per la svolta, il posteggio e le abitazioni, con limite di velocità massimo a 20 km/h

Consulta della mobilità ciclistica: "A Torino rendiamo i controviali ciclopedonali"

Le associazioni della Consulta della mobilità ciclistica e della moderazione del traffico di Torino hanno sottoscritto, assieme ad altre associazioni impegnate per la mobilità sostenibile e l'ambiente riunite in un Coordinamento nazionale, una lettera inviata al premier Giuseppe Conte e al comitato tecnico guidato da Vittorio Colao, con proposte per una mobilità nuova, dolce e sostenibile, a partire da una rete ciclabile d’emergenza. La petizione è online su Change.org: http://chng.it/vCFnSQCSpZ

Per Torino, le associazioni chiedono che l’amministrazione prenda rapidamente provvedimenti per realizzare subito un Piano di Mobilità di Emergenza e Transizione per la città e promuova la mobilità attiva e sostenibile, a piedi, in bici e in monopattino, rendendo sin da ora tutti i controviali di Torino ciclopedonali, con accesso ai veicoli a motore solo per la svolta, il posteggio e l’accesso alle abitazioni e con limite di velocità massimo a 20 km/h.

Spiegano i referenti della Consulta: "Accanto all’emergenza sanitaria che ha cambiato radicalmente le nostre abitudini di vita nell’ultimo mese e mezzo, con la graduale riapertura della fase 2 si profila un’altra emergenza, quella stradale. Man mano che le strade torneranno a essere popolate con l’allentamento delle misure di sicurezza, seppur auspichiamo un ritorno alla promozione del trasporto pubblico locale, almeno in una prima fase il suo uso sarà fortemente ridotto, sia a causa della sfiducia della popolazione nella sua sicurezza, sia per le misure di contingentamento dell’accesso che sin da ora si prospettano per mantenere il distanziamento fisica".

La Consulta richiede quindi interventi immediati, al fine di "scongiurare per la città di Torino una ondata massiva di motorizzazione e un’ancor più iniqua redistribuzione degli spazi in favore dell’automobile, come sottolineano i dati preliminari provenienti dalla Cina". 

"Molti altri Paesi - proseguono - si sono già attrezzati per intervenire in questo senso e sopperire alle future carenze del trasporto pubblico locale, che al momento copre fino al 55% degli spostamenti nelle grandi città, e fornire alternative efficienti e sicure all’auto privata: i casi di Budapest, Bogotà, Philadelphia, Minneapolis, Oakland, Vancouver, Calgary, Vienna, Città del Messico, Berlino e Londra sono solo alcuni degli esempi di città che hanno ridistribuito gli spazi urbani".

Il pacchetto di misure emergenziali oggetto della petizione prevede: la realizzazione di infrastrutture pedonali e ciclabili “soft”, a basso costo e rapida attuazione, come le bike lane o le strade scolastiche; incentivi economici e finanziamenti per la mobilità alternativa all'uso dell'auto privata; il mantenimento di ZTL, sosta regolamentata e corsie preferenziali per evitare un incremento indiscriminato del traffico motorizzato privato; la promozione dello smart working e contenimento dei picchi di congestione stradale; il riconoscimento, promozione e finanziamento della mobilità attiva come modo di trasporto urbano resiliente; l'stituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico preposto; infine, la realizzazione di campagne informative nazionali per l’incentivazione di mobilità attiva e stili di vita sani.

Redazione

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