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Attualità | 13 luglio 2020, 23:40

Un quarto d’ora di black out a inizio ripresa e il Toro ripiomba in zona pericolo

La papera di Handanovic regala l’1-0 a Belotti, ma i granata restano con la testa negli spogliatoi e in pochi minuti l’Inter ribalta la situazione grazie alle reti di Young, Godin e Lautaro Martinez. Giovedì sfida salvezza contro il Genoa

immagine tratta da torinofc.it

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Il Toro sogna l’impresa fino all’intervallo, chiuso in vantaggio grazie alla rete di Belotti (figlio di un errore di Handanovic da “Mai dire gol”), ma un autentico black out in avvio di ripresa consente all’Inter di firmare le tre reti con cui la squadra di Conte ribalta il risultato e torna a issarsi al secondo posto della classifica, dimenticando le recenti polemiche.

Gli errori di reparto e quelli individuali sono stati pagati a carissimo prezzo dagli uomini di Longo: per l’occasione in maglia bianca, la formazione granata aveva giocato un primo tempo molto attento, capitalizzando al massimo l’errore del portiere avversario, ma rischiando abbastanza poco, dopo aver sofferto solo in avvio. Ma poi nell’intervallo invece che il the caldo i giocatori del Toro devono aver preso il bromuro in dosi massicce, perché appaiono storditi e addormentati quando in azioni quasi fotocopia prima Young e poi Godin trovano i gol che ribaltano la situazione, prima che uno svarione di Izzo apre la via del 3-1 a Lautaro Martinez, che non andava bersaglio da cinque partite. D’altra parte si sa, quando un attaccante non segna da tempo, il Torino è l’avversario giusto per sbloccarsi.

I successivi cambi operati da Longo sono sembrati più minuti fatti risparmiare ai vari Ansaldi, De Silvestri, Meite e Verdi in vista del Genoa che non sostituzioni fatte per provare a rimettere in sesto la partita, anche se un paio di occasioni i granata le hanno avute, compresa una clamorosa traversa di Belotti. Perdere a San Siro con l’Inter ci stava, perdere così fa male, dopo aver sognato per 45 minuti, adesso la lezione da tenere a mente in vista della delicatissima gara di giovedì è che non bisogna mai mollare la presa ed evitare certe imbarcate difensive. Ma soprattutto urge che Meite e Verdi, due dei migliori nelle ultime uscite, tornino ad esprimersi sui loro migliori livelli, per fare in modo che la squadra non debba vivere solo sugli spunti del solito generosissimo Belotti, l’ultimo ad arrendersi anche alla Scala del calcio.

Cronaca. Per il posticipo che accende le luci di San Siro Longo sceglie un Toro muscolare, con Ola Aina e Rincon in mezzo al campo, dove Ansaldi fa l’esterno di sinistra, mentre Verdi è il partner di Belotti in sostituzione dello squalificato Zaza. Ancora fuori il danese Eriksen nell’Inter, che non ha Lukaku ed allora schiera centravanti Lautaro Martinez, con Alexis Sanchez che gioca molto largo e Borja Valero nei panni di rifinitore. L’avvio è tutto della squadra di Conte, che pressa a tutto campo e non permette mai al Toro di uscire dal guscio: dopo pochi secondi Izzo deve salvarsi in corner su Martinez, l’argentino fa ancora venire i brividi alla difesa granata al 6’, con un tiro che sibila a fil di palo, mentre poco dopo ci provasenza fortuna anche Godin dalla distanza.

Al 12’ Sirigu deve salvarsi in calcio d’angolo sulla sventola di Brozovic dal limite: il gol sembra nell’aria ma quello che arriva al minuto 17 è quello del Toro, che conquista un corner alla sua prima sortita offensiva, con Handanovic che combina la frittata sulla traiettoria di Verdi che pareva innocua, con Belotti che non può sbagliare a porta vuota da zero metri. Per il Gallo sesta segnatura consecutiva, come al Toro era successo solo a Rizzitelli e Immobile nell’ultimo quarto di secolo. Il vantaggio regala maggiore sicurezza alla squadra di Longo, che doma senza eccessivi problemi la reazione sterile di un’Inter che continua ad attaccare, ma senza più la precisione e la grande aggressività del quarto d’ora iniziale.

Solo su una palla persa malamente in uscita i granata rischiano, ma Sirigu si immola sul tentativo di Lautaro che sembrava a colpo sicuro, poi i nerazzurri conquistano calci d’angolo e punizioni, creano mischie e mischioni, ma la difesa granata regge bene, vincendo quasi tutti i duelli aerei e presidiando bene le fasce. Al 39’ brivido Gagliardini, ma sul ribaltamento il Toro va vicino al raddoppio con Ansaldi, che stavolta trova Handanovic attentissimo, mentre l’ultimo tentativo di Young non crea problemi a Sirigu.

La ripresa inizia e in meno di tre minuti l’Inter ribalta la situazione, con due gol simili, figli delle disattenzioni della difesa di Longo: al 3’ Lautaro quasi dalla linea di fondo rimette indietro per Young, che arriva in corsa e brucia i difensori firmando da pochi passi il pareggio nerazzurro, mentre poco dopo Sanchez si traveste da uomo assist e Godin di testa firma il sorpasso, approfittando delle belle statuine della retroguardia granata. Il Toro potrebbe trovare il pareggio al 9’, ma Handanovic in uscita con le sue lunghissime braccia si oppone al tentativo di Verdi, mentre poco dopo il Gallo Belotti sale altissimo in cielo ma non riesce a inquadrare la porta.

La difesa granata, però, continua ad imabrcare acqua e da una banale palla persa di Izzo nasce l’azione che porta l’Inter sul 3-1 al quarto d’ora, con la deviazione di Bremer che rende imparabile per Sirigu la conclusione del liberissimo Lautaro Martinez dal limite. A quel punto Longo cambia volto al suo Toro, operando un triplo cambio con gli innesti di Singo, Lukic e Berenguer che prendono il posto di De Silvestri, Meite e Ansaldi. Davanti i granata danno la sensazione di poter sempre far male, con Belotti che centra una clamorosa traversa, ma i problemi sono dietro, con Sirigu che si salva con i pugni sulla conclusione di Sanchez che poteva valere il quarto gol per la banda Conte.

Nel finale anche il tecnico nerazzurro fa ricorso alla sua panchina, con il nuovo entrato Candreva che sfiora il 4-1 con un tiro-cross che finisce a fil di palo, mentre alla mezz’ora Sirigu rischia di imitare l’Handanovic del primo tempo, con Lautaro che per poco non lo beffa da due passi. Nel finale il Toro dà l’idea di non crederci più, Longo toglie Verdi per affidare a Millico le ultime chance, ma ormai il risultato era segnato e vale molto più vicina l’Inter alla quarta segnatura che non il Toro alla rete della speranza. Adesso testa al Genoa, guai a ripetere giovedì un corto circuito come quello nel primo quarto d’ora della ripresa a San Siro, in palio ci sarà una bella fetta di salvezza.

 

Inter - Torino 3-1

Inter (3-4-1-2): Handanovic; Godin (31’ st Skriniar), De Vrij, Bastoni; D’Ambrosio (26’ st Candreva), Brozovic, Gagliardini, Young (26’ st Biraghi); Borja Valero; Sanchez, Lautaro Martinez (38’ st Eriksen). All. Conte

Torino (4-4-2): Sirigu; De Silvestri (18’ st Singo), Izzo, Nkoulou, Bremer; Ola Aina, Meite (18’ st Lukic), Rincon, Ansaldi (18’ st Berenguer); Belotti, Verdi (31’ st Millico). All. Longo

Arbitro: Massa di Imperia

Reti: 17’ Belotti, st 3’ Young, 6’ Godin, 15’ Lautaro Martinez

Ammoniti: Godin, Ola Aina, Meite, De Silvestri, Brozovic, Sanchez, D’Ambrosio, Biraghi

Massimo De Marzi

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