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Attualità | 25 luglio 2020, 08:27

Consumo del suolo: Torino è la seconda provincia più "vorace" d'Italia alle spalle di Roma. Il traguardo green resta lontano

Secondo l'indagine di Arpa Piemonte, la città metropolitana del capoluogo continua a cementificare, anche più di quanto richiederebbe l'aumento della popolazione. Tra i Comuni, Piossasco e Caluso sono tra i peggiori

Consumo del suolo: Torino è la seconda provincia più "vorace" d'Italia alle spalle di Roma. Il traguardo green resta lontano

Il cemento cresce più della popolazione. Tradotto: nel nostro pianeta si consuma più territorio rispetto a quelle che sarebbero le reali necessità dell'uomo e della società. Un eccesso cui non si sottraggono nemmeno la provincia di Torino e il Piemonte, tanto che - secondo l'ultima indagine di Arpa Piemonte

Secondo gli esperti, lo spreco di suolo continua ad avanzare nelle aree a rischio idrogeologico e sismico e, tra le regioni italiane, la Sicilia è quella con la crescita percentuale più alta nelle aree a pericolosità idraulica media. E se dall'altra parte della graduatoria c'è la Valle d’Aosta, con solo 3 ettari di territorio impermeabilizzato nell’ultimo anno (è la prima regione italiana vicina all’obiettivo “Consumo di suolo 0”), per il Piemonte si stima un consumo di suolo complessivo di circa 170.700 ettari pari quindi al 6,72% della superficie totale regionale (circa 2.540.000 ettari). Il valore percentuale risulta inferiore al dato nazionale, che si colloca al 7,10% e tra i più bassi del nord-Italia ed in particolare rispetto alle regioni confinanti di Lombardia (12%) e Liguria (7,2%).

L’incremento netto di suolo consumato nel 2019 in Piemonte è stato di 222 ettari, costante rispetto al 2018 (223 ettari) e in flessione rispetto agli anni precedenti: 2017 (552 ettari) che al 2016 (392 ettari). Se rapportato alla popolazione il consumo annuale netto procapite per il Piemonte rimane attestato a circa + 0,5 m2/abitante, valore tra i più bassi a livello nazionale, ma comunque positivo nonostante il trend demografico recessivo che ha interessato la nostra regione anche nel 2019.

Questa contraddizione risulta particolarmente evidente se prendiamo in considerazione l’indicatore del consumo di suolo marginale, ovvero il rapporto tra il nuovo consumo di suolo e i nuovi residenti tra un anno e il successivo. Il processo di consumo di suolo segue l’espansione delle aree urbanizzate con caratteri distintivi nelle varie aree della regione, dalle aree dense della conurbazione di Torino e dei molti comuni di prima e seconda cintura, alle altre realtà urbane dei capoluoghi di provincia e dell’eporediese, alle aree a moderata urbanizzazione in molti settori di pianura, nei margini collinari, lungo gli assi vallivi e delle principali vie di collegamento e di comunicazione fino alle realtà del consumo frammentario, polverizzato ma diffuso di molte aree pedemontane e collinari come Langhe e Monferrato.

A livello provinciale i maggiori incrementi in Piemonte si sono riscontrati nel territorio della Città Metropolitana di Torino, con un valore di 84 ettari (72 ettari nel 2018) e nelle province di Alessandria (46 ettari) e Cuneo (32 ettari).

La città metropolitana di Torino si posiziona al secondo posto in Italia in termini di consumi assoluti in ettari dopo quella di Roma, con un valore di circa 59.000 ha di suolo consumato corrispondente all’8,58% del suo territorio. La provincia di Novara rimane al primo posto in termini di suolo consumato percentuale con l’11,06%.

La provincia di Biella è invece l’unico caso in cui non si registra nel 2019 un incremento di suolo ma un lieve recupero (-9 ettari.)

A livello comunale i tre comuni piemontesi con i maggiori incrementi in termini assoluti nel 2019 si annotano Piossasco (28 ettari), Tortona (19 ettari) e Caluso (15 ettari). Torino, tra le grandi città quella con il grado di artificializzazione più alto (suolo consumato percentuale 65%), incrementa nel 2019 il consumo di suolo netto (+ 5 ettari) dopo la flessione registrata nel 2018.

redazione

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