Sembra non avere una fine l’emorragia che ha colpito le edicole di tutta Italia e in particolare di Torino: solo nel capoluogo piemontese, infatti, nell’ultimo anno e mezzo oltre il 25% delle edicole sparse sul territorio ha chiuso i battenti. Una situazione nota, ben presente già prima della pandemia, ma aggravatasi a causa del Coronavirus.
Come sopravvivere dunque? Da mesi il Comune di Torino valuta un piano di rilancio dei chioschi, ormai sollevati dal compito originale di distribuzione di giornali e riviste, e sempre più in grado di fornire servizi quali lo stampaggio di documenti anagrafici e certificati o la vendita di prodotti non strettamente editoriali. Sforzi che sembrano non bastare.
Ecco perché, oltre ai 120.000 euro stanziati per il rilancio, l’ultima idea è quella di una sinergia tra le biblioteche cittadine e le edicole, approfittando della riorganizzazione dei servizi bibliotecari a Torino. Concretamente parlando una delle proposte avanzate è quella di inserire i chioschi all’interno del sistema bibliotecario cittadino, creando una sorta di terminale territoriale delle biblioteche nei quartieri. “Stiamo pensando a una riorganizzazione del sistema per quadranti territoriali, vogliamo costruire rapporti di prossimità” conferma l’assessore alla Cultura, Francesca Leon.
La sinergia tra biblioteche ed edicole è tutta in via di sviluppo: le seconde potrebbero acquistare giornali e riviste da far consultare al loro interno, una pratica già in uso ma non diffusa ovunque. I chioschi, dal canto loro, potrebbero ospitare iniziative come il Silent Book Club.
Piace anche l’idea della trasformazione dei chioschi in portierato di quartiere, come già accaduto a Parigi con le edicole haussmaniane in stile art déco. Un progetto che convince l’assessore Leon, ma di difficile attuazione al di là di qualche sperimentazione occasionale. L’imperativo per le edicole torinesi è quello di uscire dal pantano delle sabbie mobili: per farlo e per farlo in fretta, sarà importante la mano tesa dalle biblioteche cittadine.