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Attualità | 01 settembre 2020, 07:50

Artesio: "Promuoviamo screening e presa in carico per salvaguardare udito e vista dei neonati"

Alla giunta si chiede di "attivarsi nell'ambito delle competenze comunali educative e sociosanitarie per supportare i percorsi di crescita nel pieno sviluppo delle capacità e nell'obiettivo delle pari opportunità"

Artesio: "Promuoviamo screening e presa in carico per salvaguardare udito e vista dei neonati"

Un'attenzione maggiore ai deficit visivi e uditivi dei neonati per supportarli nella crescita e nei percorsi educativi, favorendo processi cognitivi e di inclusione sociale in un'ottica di pari opportunità. E' questo il messaggio contenuto nella proposta di ordine del giorno della capogruppo di Torino in Comune Eleonora Artesio, presentata in sede di commissione e poi liberata per la discussione in consiglio. 

L'atto parte dalla considerazione che questi tipi di carenze, se non diagnosticati e trattati precocemente, possono risultare "fortemente invalidanti", influendo "in modo negativo sui processi di sviluppo neurosensoriale, di apprendimento e di inserimento sociale dei bambini".

Dal 2017 la diagnosi precoce della sordità e della cataratta congenite è garantita a tutti i neonati e rientra tra le prestazioni gratuite assicurate dai Livelli essenziali di assistenza. Sempre tre anni fa è stato attivato per la prima volta anche il monitoraggio dello screening visivo neonatale del "riflesso rosso".

Come indicato nell'atto di Artesio, "il 74,5% delle neonatologie (305 punti nascita su 409) ha sottoposto a screening visivo universale neonatale alla nascita i neonati durante il ricovero al nido". Anche se in Italia i programmi di screening uditivo sono implementati in quasi la totalità delle Regioni, "i tempi di diagnosi e presa in carico presentano ancora delle criticità". Del campione di soggetti affetti da sordità profonda prelinguale, sottoposto a screening uditivo alla nascita, "solo il 62% aveva ricevuto una diagnosi precoce entro i primi 12 mesi come raccomandato". 

La consigliare si è così rivolta alla sindaca Chiara Appendino e alla giunta perché si impegnino a promuovere presso l'ASL Città di Torino, l'azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza e l'assessorato alla sanità della Regione Piemonte "la sensibilità intorno ai tempi di presa in carico dei minori sia ai fini degli interventi di impianto cocleare sia ai fini della riabilitazione rispetto ai deficit sensoriali", nonché "ad attivarsi anche nell'ambito delle competenze comunali educative e sociosanitarie per supportare i percorsi di crescita nel pieno sviluppo delle capacità e nell'obiettivo delle pari opportunità". 

Una riflessione scaturita soprattutto dal periodo di pandemia che siamo vivendo: durante il lockdown, infatti, ricorda Artesio, "gli screening sono stati assicurati in tutte le neonatologie italiane", mentre "la sospensione degli interventi chirurgici differibili ha invece coinvolto anche i piccoli pazienti in attesa dell'impianto di una protesi cocleare o della sua attivazione".

Intervenuto in commissione consiliare anche Roberto Albera, direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell'Università degli Studi di Torino, che ha sottolineato la necessità di creare, in Piemonte, una sorta di "registro regionale con un sistema computerizzato centrale" per il monitoraggio della sordità, che consenta di superare certi limiti nella gestione dello screening". 

Manuela Marascio

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