Grandi dischi che han fatto la storia della musica resi immortali, nell'immaginario collettivo, da un'inconfondibile iconografia a soggetto montano. E' questo il cuore della nuova mostra del Museomontagna di Torino Rock the mountain, esposta dal 17 settembre al 17 gennaio 2021, e curata dalla direttrice Daniela Berta e dal giornalista e critico musicale Paolo Ferrari.
Dalla ricca collezione di vinili contenuta negli spazi museali, dagli anni Settanta a oggi, nasce questo originale allestimento che coniuga le suggestioni sonore figlie di decenni fertilissimi con il gusto per la rappresentazione dei panorami ad alta quota negli ultimi 50 anni. Un percorso di visita nella cover art che tiene anche conto dell'evoluzione delle strategie di comunicazione dell'industria musicale nel periodo della distribuzione di massa.
L’esposizione propone anche manifesti pubblicitari di album e tournée, per ricostruire un emozionante viaggio attraverso i generi musicali contemporanei e i rispettivi immaginari di riferimento: dal rock al soul, dal folk al metal, dall’elettronica alla disco music, fino alla ricerca e alla sperimentazione d’avanguardia.
In alcuni casi le vette sono una presenza puramente episodica e strumentale ai fini commerciali, senza veri e propri legami di contenuto con il prodotto cui sono abbinate. In altri riescono invece a veicolare efficacemente il carattere e il messaggio dell’album, oppure a evocarne l’esperienza sonora.
Come spiegano i curatori, "scorrere la galleria di copertine e poster di cui si compone questa mostra e far mente locale alle canzoni importanti che la pop music ha dedicato alla montagna significa constatare una sorta di cortocircuito tra estetica e contenuti. In altre parole: quasi mai un disco che sfoggia un paesaggio montano in copertina contiene riferimenti d’alta quota sono soluzioni grafiche slegate dall’argomento".
"Per quanto concerne il materiale qui raccolto - proseguono -, le eccezioni a questo testacoda emotivo sono per lo più fisiologiche, ovvero legate a progetti artistici che vivono in simbiosi con la montagna, in primis le colonne sonore. Per il resto, pareti e cime sono assenti dai testi o utilizzate in chiave metaforica. Come molte mete d’alta quota presentano diverse possibilità di accesso, vie più o meno praticabili o impegnative, così sono differenti le strade che portano la montagna nell’immaginario della musica".
E concludono: "Ripercorrere le tappe di questo flirt emotivo attraverso il materiale grafico significa imbattersi in un eccitante intrigo internazionale di evoluzioni semantiche ed estetiche".
Il percorso incrocia da subito la storia del grande rock: è del 1971 il misterioso Eremita su roccia dei Led Zeppelin, mentre per l’esplosivo manifesto del tour europeo del 1976, i Rolling Stones scelsero proprio la totemica sagoma del Cervino. Il viaggio prosegue con i Deep Purple, Elton John, Village People, Yes, Depeche Mode, Goldfrapp, Chemical Brothers, Jamiroquai, Kanye West, Neil Young, Elvis Costello, Caravan, Noel Gallegher, Bob Marley, Tinariwen e tanti altri, per un totale di oltre cento vinili articolati in sei sezioni espositive.