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Economia e lavoro | 30 settembre 2020, 09:06

Cos’è l’elettrostimolazione muscolare e quando usarla

La tecnica dell’elettrostimolazione transcutanea è utilizzata in ambiti diversi, dalla medicina riabilitativa allo sport. Il suo impiego deve essere monitorato da un medico e produce risultati immediati

Cos’è l’elettrostimolazione muscolare e quando usarla

Quando si parla di stimolazione elettrica dei muscoli ci si riferisce a una particolare pratica di attivazione del sistema nervoso che permette ottenere effetti diversi. Impiegata soprattutto nella terapia del dolore, l’elettrostimolazione nervosa transcutanea invia degli impulsi che agiscono sui recettori neuronali interrompendo il segnale del dolore. Viene utilizzata anche nella pratica sportiva perché a questo tipo di stimolazione si associano gli effetti di inturgidire e tonificare i muscoli. Contratti come se si stesse facendo uno sforzo fisico, i muscoli acquisiscono più rapidamente tono e vigore se si associa questo trattamento alla pratica sportiva.

Per essere certi che non ci siano conseguenze negative nell’uso di questo tipo di strumentazione è bene affidarsi al parere di un medico o un fisioterapista. Questi professionisti potranno valutare che non ci siano condizioni pregresse incompatibili con l’uso dell’elettrostimolazione. Per esempio, la letteratura scientifica concorda sul fatto che l’elettrostimolazione non sia indicata per chi ha insufficienze cardiache.

 

Come funziona l’elettrostimolazione TENS

È la modalità d’uso più diffusa ed è utilizzata anche in campo medico per il trattamento del dolore acuto o cronico. TENS è l’acronimo di TransCutaneous Electrical Nerve Stimulation, cioè una stimolazione elettrica nervosa transcutanea. Avviene applicando gli elettrodi direttamente sulla pelle, questi inviano un segnale ai recettori che agiscono in maniera specifica per interrompere il segnale del dolore verso il cervello.

La TENS opera secondo la teoria del cancello, o gate control, secondo cui è possibile interrompere la comunicazione tra i neuroni che trasmettono il segnale del dolore e il cervello, agendo sugli interneuroni spinali, che fanno da connettori nell’invio del segnale. L’impulso elettrico agisce su un particolare stadio della percezione del dolore, permettendo di alleviare le tensioni legate a condizioni cliniche gravi o croniche.

Il potere analgesico del trattamento può variare a seconda di alcuni fattori che vanno presi in considerazione con attenzione. La condizione di dolore deve essere accertata e derivare da una specifica condizione, in molti casi quella post-traumatica. Se l’origine del malessere non è accertata non è consigliabile applicare gli elettrodi. Più in generale, si sconsiglia l’utilizzo di questi dispositivi senza avere prima consultato il proprio medico di riferimento.

 

Quando praticare l’elettrostimolazione

L’elettrostimolazione di tipo TENS si utilizza come cura alternativa soprattutto in quei pazienti che non hanno una buona tolleranza verso i farmaci antidolorifici tradizionali. Chi manifesta reazioni allergiche o effetti indesiderati, può puntare a questa soluzione per alleviare lo stato di malessere e favorire il recupero muscolare.

L’invio di corrente a bassa frequenza attraverso la pelle consente anche un’applicazione alternativa e più mirata di alcuni trattamenti farmacologici. Si utilizza questo tipo di stimolazione detta ionoforesi per somministrare specifici antinfiammatori. In questo modo si può localizzare con precisione l’azione del principio attivo perché agisca esclusivamente nella zona interessata moltiplicando la propria efficacia.

In generale, si riscontrano risultati positivi nel trattamento di diverse patologie associate alla manifestazione di dolore cronico. In generale, se ne consiglia l’uso specialmente quando si desidera, ed è possibile, evitare il trattamento farmacologico.

L’elettrostimolazione è anche lo strumento usato da atleti, professionisti e non, per migliorare la propria prestazione fisica. L’energia a bassa frequenza emessa a livello della pelle, riesce a contrarre il muscolo su cui agisce come si fa quando lo si esercita. Rappresenta un’interessante integrazione dell’attività sportiva che permette di controllare con maggiore accuratezza i tempi necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

Quando non è consigliabile effettuare l’elettrostimolazione

Ci sono alcune condizioni che implicano un forte rischio associato alla pratica dell’elettrostimolazione. Per questo motivo è bene valutare con cautela l’opportunità di sottoporsi a trattamento se non si è certi della sua compatibilità.

È possibile acquistare un prodotto di qualità dopo aver letto una buona recensione, ma è bene ricordare che esistono alcune restrizioni e che l’uso di questi apparecchi è vietato per alcune categorie di persone. Per esempio, malati di cuore e portatori di pacemaker non possono usare questo dispositivo. Va in conflitto anche con chi soffre di epilessia o flebite in stato attivo.

Per quanto in alcuni casi ne sia consentito l’uso per alleviare i dolori del travaglio, rimane comunque una pratica sconsigliata per le donne in gravidanza. In molti casi mancano le evidenze scientifiche sugli effetti a lungo termine dell’uso delle stimolazioni in compresenza di patologie specifiche. Per questo motivo è sempre opportuno ricorrere al parere del medico per scongiurare qualsiasi rischio.

 

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