Anche se questa mattina splende il sole su mole aree del Piemonte, i danni dell'oandata di maltempo che ha messo in ginocchio molte aree della nostra regione fa sì che permanga l'allerta gialla nel Torinese.
Ieri per alcune ore è stata interrotta l’autostrada Torino-Milano, ora riaperta, mentre dalle 7 di questa mattina è ripresa la circolazione anche sulla A5 Torino-Aosta: era stata chiusa ieri, nel tratto tra Quincinetto e Scarmagno, a causa del maltempo. Il provvedimento era stato preso in via precauzionale a seguito dell'esondazione della Dora Baltea.
E' confermata l'allerta arancione sulle aree interessate dai corsi d'acqua principali, dove è atteso il transito dell'onda di piena che potrà dar luogo a locali allagamenti e per l'incremento dei livelli del Lago Maggiore. Le aree interessate sono: nel cuneese in Valle Tanaro, Belbo e Bormida, nel novarese e verbano lungo il fiume Toce, e nella pianura settentrionale. Sono stati attivati circa 80 Centri Operativi Comunali (COC) ed oltre 700 volontari sono in attività su tutto il territorio piemontese.
Prosegue la modalità H24 della Sala Operativa della Protezione Civile di corso Marche 79 a Torino aperta dalla giornata di venerdì.
"Il nord-ovest dell’Italia è in ginocchio per fenomeni atmosferici di portata eccezionale e purtroppo sempre più frequenti. Il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti con meno ideologia e retorica e più pragmatismo se vogliamo farci trovare pronti di fronte alle sfide che il futuro ci pone dinnanzi", dichiarano la deputata Vannia Gava, responsabile del dipartimento Ambiente e l’europarlamentare Alessandro Panza responsabile del dipartimento Aree Montane della Lega.
"La tragedia che si sta consumando in queste ore deve riportare al centro il tema degli investimenti in merito al dissesto idrogeologico. Il mantenimento del territorio del nostro Paese, deve tornare nelle agende del Governo con un piano concreto, reale, che sia di concertazione e di piena condivisione con le Regioni. Non bastano gli interventi come quelli che partiranno domani, sempre gestiti in base alle emergenze, ora occorre una prospettiva di lungo periodo".