Il silenzio è il sonno che nutre la saggezza. (Francesco Bacone)
Niente rafforza l’autorità come il silenzio. (Leonardo da Vinci)
Esiste un momento in cui le parole si consumano e il silenzio inizia a raccontare. (Khalil Gibran)
Il tempo e il silenzio sono le cose più lussuose dei giorni nostri. (Tom Ford)
Più starai in silenzio e più riuscirai a sentire. (Gialal al-Din Rumi)
Il silenzio è una delle grandi arti della conversazione. (Marco Tullio Cicerone)
Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche. (Jean-Paul Sartre)
Le persone silenziose sono quelle con le menti più rumorose. (Stephen Hawking)
Eccovi alcune delle citazioni che mi hanno letteralmente rapita, durante la stesura dell’articolo, l’ultimo di gennaio.
E sì, miei cari #poetrylovers: il primo mese di questo nuovo anno, tutto da scoprire, è già bello che andato.
Ho pensato di bypassare l’introduzione prendendo a prestito una manciata di altrui e saggipensieri; vorrete mica mettere la consapevolezza acquisita da chi alla riflessione ha dedicato la vita, con la mia? Cicerone e Leonardo da Vinci, gente, mica pizza e fichi (che adoro)… In più, ammetto di non riuscire quasi mai a star zitta e di non essere dunque libera di parola: sono un’interrompitrice compulsiva, chiedete al mio ragazzo!
Scherzi a parte, riconosco quanto sia encomiabile saper raccontare l’universo di significati nascosti dietro la parola “Silenzio”, con così poche battute poi. Nette, concrete. Volevo ne godeste anche voi.
Ho anche presunto questi aforismi potessero indirizzare facilmente la vostra attenzione alla sfumatura del Silenzio che più amo e che andrò ad ampliare, quella necessaria e pulita. Quella che dice senza dire.
Ne tralascerei, invece, gli aspetti negativi. Almeno per adesso. Situazioni in cui “fare silenzio” si traduce con ben altre parole: indifferenza, incomprensione, corruzione, imbarazzo, odio, colpa e omertà, la peggiore di tutte.
Non esiste momento della vita in cui non sia presente, più o meno sovente, il Silenzio. È tra noi, con noi, su noi, da sempre. Circonda e permea, cadenzando, le età della vita. E come per ogni cosa alla quale ci si abitua, ne diamo continuamente per scontati spazi e benefici. Derubandolo di ciò che è suo.
Tuttavia, così come non può passare giorno senza che si alternino sole e luna, non è possibile a lungo andare farne a meno. Al rumore DEVE succedere il Silenzio, al Silenzio il rumore.
Questa società (e lo ripetiamo spesso) non fa che soffocarci di stimoli. Sommergerci di colori e frasi ad effetto, desideri, aromi chimici e appuntamenti. Politici deliranti, economisti pedanti, amicizie accomodanti. Pubblicità irreali che nutrono la mente di pensieri estranei, soppiantando quelli “autoctoni”, che hanno bisogno proprio del Silenzio per nascere. Un po’ come lo scoiattolo grigio ha sostituito quello rosso nei boschi nostrani.
Non parlo di socialità e buona informazione, ovviamente: facciamo loro sempre posto, Covid-19 permettendo. Mi riferisco al “troppo”. E il troppo stroppia. Prendiamo quel telecomando e premiamo off, prima di sentirci sfiniti e consumati. Esausti: perché il rumore distrugge.
Siamo talmente spaventati dalla quiete, dalla sua naturale indole alla riflessione, da fuggirla come la peste, riempiendo ogni singolo istante con qualsiasi impegno capiti a tiro. Persino col niente. E preferiamo essere ascoltati che ascoltare, atteggiamento umano quanto pericoloso.
Eppure, l’autorevolezza e il significato profondo delle cose vivono di Silenzio, ne hanno bisogno come una pianta di pioggia, per splendere.
Per i fan dei riassunti, un breve vademecum: scappiamo nella Natura appena possibile, per ascoltare ciò che la città nasconde. Avviciniamoci lentamente a luoghi, tempi e persone. Prendiamo il ritmo prima di danzare. Posiamo il cellulare sulla libreria per sostituirlo con un buon libro, anche solo pochi minuti al giorno. Osserviamo e sentiamo l’armonia tutt’intorno; no, non è roba da hippie, esiste. Scopriamo e coltiviamo la curiosità, non per far sfoggio di sapere bensì per sapere con sfoggio. Chiudiamo gli occhi e impariamo a respirare, di nuovo. Scoviamo angoli di mondo che ci facciano esclamare “Chi l’avrebbe mai detto?”. Concludiamo la giornata, di tanto in tanto, regalandoci un momento di sana solitudine, nel quale possiamo essere del tutto onesti con noi stessi; io lo faccio davanti al latte caldo con miele, ad esempio, la sera tardi. Viaggiamo da soli almeno una volta nella vita. Non ascoltiamo per rispondere, ascoltiamo e basta. Fermiamoci, se non riusciamo più a sentire la voce della coscienza. Interroghiamoci e permettiamo alle parole di echeggiare in noi, fintanto verranno assorbite. Non pensiamo troppo, certe cose non possono essere capite. Il Silenzio uccide ogni provocazione: provare per credere. Amiamo e lasciamoci amare. Riposiamo. Passeggiamo senza fretta e senza meta, soprattutto al mattino. Festeggiamo un traguardo senza fissarne subito un altro. Infine, leggiamo POESIA.
Credete a me, che almeno questo l’ho capito: il Silenzio vive e percorre ognuna di queste strade, come le nuvole i cieli: lasciatelo libero, di creare.
Sempre più orgogliosa dei poeti che di settimana in settimana donano alla mia rubrica un pezzetto di sé, è giunto il momento di passare il testimone all’ospite odierno, Benedetto Ghielmi. Per l’occasione, ci omaggia di una lirica decisamente calzante.
La qualità non fa che salire, amici miei, allacciate le cinture! E fatevi cullare da…
IL SILENZIO
Il silenzio
vento candido che sfiora la pelle del mio viso inebriandomi di una sottile serenità
il silenzio
comunica la vera essenza delle cose lasciandosi attraversare eternamente
da un leggero raggio di sole ricolmo di speranza
abito il silenzio
per mettermi alla ricerca di un Qualcosa,
di un Qualcuno che renda il mio esistere ricco di sostanza
il silenzio
mi sussurra con un filo di voce che non sono necessarie troppe parole per affermare il
Tutto.
Rimango in contemplazione di fronte ad una piuma che cade, lentamente,
meravigliandomi della sua delicata leggerezza
desidero ardentemente raccogliere, il silenzio, nel palmo della mano ma ogni volta mi
sfugge accrescendo in me il bisogno di abitarlo
il silenzio
rifugge la strada della banalità
mirando a sconfinate ed elevate vette dove giungere a contemplare il Mistero.
(Cocci di Bottiglia, 2000diciassette editore)
Questo verso in particolare:
“Meravigliandomi della sua delicata leggerezza”
Non è forse questo l’obiettivo del Silenzio, creare ancora meraviglia?
Pensateci su.
Alla prossima.
P.S. A partire da febbraio, la rubrica uscirà ogni due settimane