Sorpresa amara per i dipendenti di Cnh Italia. Non bastassero le incertezze legate alla futura proprietà (dopo le notizie delle scorse settimane che vorrebbero in atto una trattativa per Iveco con i cinesi di Faw Group), oggi è arrivata l'ufficialità sul premio di produzione per il 2020.
Un riconoscimento che - a differenza di quanto successo per gli stabilimenti Stellantis torinesi come Mirafiori, Grugliasco e Teksid di Carmagnola - non ci sarà. L’azienda ha comunicato che nessuno degli stabilimenti torinesi ha raggiunto i livelli di efficienza previsti dal contratto specifico per l’erogazione del premio annuale. Inoltre anche per i lavoratori degli stabilimenti dove tali livelli sono stati raggiunti i risultati (Foggia, Lecce, Brescia e Piacenza) il premio sarà ragguagliato ai ratei effettivamente maturati nel 2020 causa il ricorso agli ammortizzatori sociali utilizzati durante la crisi pandemica. E quindi rischiano di essere tagliati.
“Questo risultato rende evidenti i limiti del premio di efficienza che, come noi abbiamo sempre evidenziato, non tiene conto del contributo concreto dei lavoratori - dice Edi Lazzi, segretario generale di Fiom Cgil Torino -. Abbiamo chiesto all’azienda di riconoscere comunque l’impegno e il lavoro dei mesi scorsi delle lavoratrici e ai lavoratori erogando un importo anche agli addetti degli stabilimenti CNHI che non hanno raggiunto i parametri previsti. Le lavoratrici e i lavoratori hanno affrontato prima la riorganizzazione prevista dal piano industriale e poi la pandemia, garantendo sempre la produzione nonostante i rischi sanitari e la pesante riduzione del reddito. Prendiamo atto della prossima convocazione di un tavolo dove valuteremo le proposte aziendali rispetto alle nostre richieste”.
Non va meglio alla Magneti Marelli, dove la proprietà è già passata in mani asiatiche (giapponesi, in particolare), ma soprattutto dove il premio di efficienza ci sarà, ma sarà inferiore a quello erogato nel 2019, con alcuni stabilimenti che confermano le percentuali del premio precedente, e con una media economica complessiva di 1.716 euro.
Anche qui incide la pandemia, visto che la crisi sanitaria ed economica ha determinato un forte ricorso agli ammortizzatori sociali con la perdita di salario e dei relativi istituti, per il cui il valore individuale del premio sarà determinato dall’effettiva presenza. "Il 2020 ha visto le lavoratrici e i lavoratori affrontare la crisi sanitaria con responsabilità ed impegno di cui l’attuale premio, per come definito dal CCSL, non tiene conto - aggiunge Lazzi -. Per questo la Fiom Cgil ha chiesto che sia riconosciuto il ruolo svolto dai lavoratori garantendo a tutti l’erogazione piena della premialità, la verifica su quanto verrà effettivamente erogato e sul meccanismo di recupero dei ratei, incassando una disponibilità dell’azienda su questo ultimo punto. Rimane in ogni caso urgente un confronto sulle previsioni produttive del 2021 e sulle prospettive dell’azienda per superare le criticità e migliorare le condizioni complessive delle lavoratrici e dei lavoratori".