A 20 anni dalla morte di Tina Motoc, giovane brutalmente assassinata a Torino, verrà organizzato un momento per ricordarla, sulle sponde del Po.
“Un fiore per Tina”, è un evento organizzato da Acmos, Gruppo Abele, Benvenuti in Italia e Libera Piemonte, in collaborazione della Comunità Ortodossa di Torino e con il patrocinio della Circoscrizione 7, vuole ricordare la storia di Tina e di tutti gli “invisibili” lasciati ai margini della nostra società.
Martedì 16 febbraio, alle 9.30, presso Murazzi del Po F. Buscaglione, ci sarà un momento commemorativo con gli interventi di:
- Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele
- Mirta Da Pra Pocchiesa, scrittrice e studiosa dei fenomeni legati alla Prostituzione
- Davide Mattiello, Presidente della Fondazione Benvenuti in Italia
- Diego Montemagno, Presidente dell’Associazione Acmos
Al termine avrà luogo un momento di preghiera interreligiosa a cura di Padre Marius Floricu della Chiesa Ortodossa Romena del Piemonte.
Chi era Tina e perché è importante ricordarla. Florentina Motoc, donna di origine rumena immigrata a Torino e costretta a prostituirsi, fu brutalmente assassinata nella notte tra il 16 e il 17 febbraio 2001.
Il suo assassino gettò il corpo senza vita della giovane in un canale di irrigazione nei pressi della tangenziale di Torino.
Furono per primi il Gruppo Abele, insieme ad Acmos e Libera, a impegnarsi per assicurarle una degna celebrazione funebre. Non solo, fu avviato un processo di presa di coscienza pubblica, che ha portato alla costruzione di un momento di ricordo aperto alla cittadinanza, coinvolgendo studenti e istituzioni e, infine, alla restituzione della salma alla sua famiglia a Dorohoi, dove viveva anche la figlia di appena due anni.
A distanza di vent’anni il ricordo di Tina rimane vivo: è a lei che è dedicata Casa Acmos, sede dell’Associazione Acmos; è stata riconosciuta come vittima innocente di mafia e inserita nell’elenco delle vittime letto ogni 21 Marzo, “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e la sua storia viene raccontata a migliaia di studenti attraverso laboratori di Educazione alla Cittadinanza nelle scuole.