La raccolta rifiuti a San Salvario fa storcere il naso. E non solo per l'odore. Installate a inizio febbraio, le nuove ecoisole smart, che interessano oltre 7 mila residenti nell’area compresa tra corso Marconi, via Nizza, corso Vittorio Emanuele II e corso Massimo D’Azeglio, non sta accontentando in toto il quartiere.
A cominciare dal posizionamento dei bidoni stessi, quattro per ogni gruppo (plastica, vetro, organico e non recuparabile), accessibili solo mediante tessera elettronica personalizzata (ma adesso ancora "open", per abituare tutti gli utenti). A farne le spese, in via Principe Tommaso 2, il ristorante Filo di Marianna, che lamenta la vicinanza dei cassonetti, sul lato opposto, al dehor da usare nella bella stagione.
"Noi facciamo soprattutto pesce. D'estate la puzza di cibo sarà molto forte, non vogliamo dare fastidio ai clienti - spiega Lorenzo Siotto, figlio della titolare -. Abbiamo giù mandato diverse lettere per chiedere di spostarli qualche metro più in là, dove non sono presenti attività commerciali".
Dal Comune, fa sapere l'assessore all'ambiente Alberto Unia, "stiamo raccogliendo tutte le segnalazioni e, conclusa la fase sperimentale, provvederemo a intervenire per risolvere i problemi maggiori. In tutte le altre zone ha sempre funzionato così: dopo l'installazione, Amiat e i nostri uffici monitorano l'andamento del nuovo sistema di raccolta, interloquendo con esercenti e abitanti. Poi si fa il punto della situazione".
Altro disagio rilevato dai ristoratori, l'imboccatura troppo stretta del contenitore dell'umido, inadatta alla mole di immondizia prodotta da un locale. "Anche qui, è possibile attuare delle modifiche su richiesta dei singoli negozianti. Siamo già al lavoro per questo", ha precisato ancora Unia.
Oggi pomeriggio, alle 15, sarà audita sul tema, a Palazzo Civico, l'associazione di commercianti di via Baretti.