"Questa mattina abbiamo appreso della caduta di un signore di 65 anni da una finestra di una casa di riposo di Chieri, l’uomo è, purtroppo, in gravi condizioni. Non è dato sapere se sia stato un tentativo di suicidio o il desiderio di allontanarsi dalla struttura finito malamente". Lo racconta l'Associazione Adelina Graziani, che opera contro la malasanità e per i diritti del malato.
"L'episodio riportato - racconta Rachele Sacco, vice presidente dell’Associazione - è segno di un’evidente e preoccupante disagio da parte delle persone ospiti delle case di riposo. Ovviamente non è un problema di Chieri, o di una delle sue case di riposo, ma diffuso, nazionale. L’incubo della morte e della malattia, l’impossibilità di uscire all’esterno e di ricevere visite a causa dei protocolli di sicurezza hanno di fatto trasformato per molti ospiti di case di riposo, rsa e simili strutture, in prigioni. La pressione psicologica e la malattia hanno portato molti anziani e degenti alla depressione e al rischio di compiere atti estremi (e tanti lo hanno fatto o peggio si lasciano morire). Si deve prendere in serio esame e considerazione lo stato di salute di queste persone anche sotto il profilo emotivo e psichico. Hanno bisogno di socialità, di incontrare persone, di non sentirsi soli e abbandonati".
I responsabili dell’Associazione sono molto preoccupati per la situazione delle persone che vivono dall’inizio della pandemia, da oltre un anno, in uno stato di isolamento. "Abbiamo il fondato timore - riferisce il Presidente Riccardo Ruà - che episodi simili possano ripetersi. Ci chiediamo se non sia possibile, per allentare la drammatica situazione in cui vivono queste persone, dargli la possibilità ovviamente a chi è già stato vaccinato completamente di ricevere visite, di uscire, avere contatti sociali con parenti e amici in sicurezza. Noi, come Associazione, non puntiamo il dito contro nessuno, desideriamo solo evidenziare un disagio che va compreso e più di tutto va trovata una soluzione per queste persone che sono più fragili".