Farmaci cinesi per la cura anche del Covid-19 venduti a Torino senza autorizzazione dell’A.I.F.A. e dell’E.M.A. I Carabinieri del N.A.S, in collaborazione con i colleghi toscani, hanno sequestrato circa 6.200 medicinali immessi sul mercato senza il via libera delle due organizzazioni sanitarie.
Sequestrati 6.200 confezioni di medicinali
Le indagini sono iniziate lo scorso gennaio, dopo il ritrovamento nel capoluogo di alcune decine di confezioni di farmaci cinesi sugli scaffali di un negozio alimentari. Gli accertamenti hanno condotto i militari ad una società di rivendita all’ingrosso, con più sedi tra Prato e la provincia di Firenze, di proprietà di un 50enne cinese. Le indagini hanno consentito il rinvenimento di quasi 6.200 confezioni di farmaci con etichettatura completamente in lingua cinese: il titolare è stato quindi denunciato con l'accusa di aver messo in vendita in Italia prodotti senza l'autorizzazione delle autorità competenti.
Farmaci anche per la cura del Covid-19: guadagno stimato di 60mila euro
La tipologia di farmaci rinvenuti, principalmente confezionati in bustine, era destinata quasi esclusivamente al mercato etnico ed è ritenuta efficace per il contrasto di diverse patologie mediche, tra le quali anche il COVID-19. Complessivamente i prodotti sequestrati avrebbero permesso di guadagnare oltre 60 mila euro, rappresentando inoltre un potenziale rischio per la salute determinato dall’assunzione di prodotti senza autorizzazioni.