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Attualità | 22 maggio 2021, 07:00

Treno-bus tra Torino e Ventimiglia: ecco le 'dis-avventure' di un professore universitario nei suoi viaggi impossibili in Val Roya

Sconsolato di tutte queste caotiche e contraddittorie suggestioni, il nostro lettore è almeno contento di essere riuscito ad arrivare a destinazione. Ma quanti intoppi e gli resta il dubbio di come dovrà muoversi per i prossimi viaggi? E chi lo sa!

Trenitalia

La stazione di Olivetta San Michele

“Da molti giorni sul sito di Trenitalia (QUI) compare un pdf che fa ben sperare per la vita della ferrovia delle meraviglia: annuncia che dal 14 maggio i treni arrivano e partono da Breil sur Roya e la tratta fino e da Ventimiglia viene coperta con bus sostitutivi. Eh sì, perché c’è un tratto tra Breil e Olivetta in cui il terreno sottostante la ferrovia richiede un intervento significativo, quindi Trenitalia ha saggiamente pensato a una sostituzione con bus per il tratto iniziale/finale del percorso, quello che si dipana in territorio ligure. Ben fatto!”

Sono le parole di un nostro lettore, un professore universitario che ha una casa a Olivetta San Michele e che ci ha voluto raccontare le sue disavventure per poter finalmente tornare a utilizzare il treno (con i bus sostitutivi tra Breil e Ventimiglia) sulla sua cara ‘Ferrovia delle Meraviglie’, che non dimentichiamo ha vinto il premio del Fai, anche grazie al suo voto.

Ma torniamo all’annuncio, perché lo stesso identico anche nella grafica, compare sullo spazio avvisi della stazione di Olivetta San Michele e Airole con tanto di orari dei bus nelle varie località ben specificati. “Alleluja!” si son trovati a dire i tanti passeggeri che amano quel viaggio. Una linea che oltre a essere bellissima fa risparmiare soldi e tempo perché partire da Torino e arrivare a Ventimiglia via Savona vuol dire metterci più tempo, pagare di più e vivere lo stillicidio delle molte località turistiche della costa in cui il treno si ferma. E per fortuna, si fa per dire, che la stagione non ‘vomita’ ancora la massa di turisti che dal Piemonte sciamano in riviera a cercarsi profumi, calore e colore.

Oddio, dire che l’annuncio fa ben sperare è certamente un’espressione troppo forte dato che non è alla vista alcuna valorizzazione della linea: due treni a scendere e due treni a salire erano e tali sono rimasti. Ciò nonostante che la linea si sia classificata abbondantemente e sorprendentemente al primo posto del concorso nazionale dei luoghi del cuore organizzato dal FAI. “Niente ancora – prosegue il nostro lettore - alla vista in termini di saper dare lustro a un’esperienza così entusiasmante come poche al mondo. Se una tratta di questa natura fosse in Svizzera e non tra Piemonte/PACA/Liguria… beh… sarebbe tutta un’altra storia! Però, dai – sbotta il nostro viaggiatore entusiasta – si riparte: cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno! Il potenziamento seguirà. Dobbiamo essere fiduciosi. In fondo, ricordiamoci, che abbiamo vinto”.

Eh sì il nostro viaggiatore si sente non solo fruitore di un servizio, non solo tifoso, ma giocatore a tutti gli effetti: ha svolto in pieno la funzione della cittadinanza attiva votando e facendo votare – importunando anche persone con cui non aveva più contatti da tempo - per vincere la classifica FAI. Il sabato si trova nel centro di Ventimiglia e vede passare il bus sostitutivo di Trenitalia, un po’ improvvidamente lo ferma al semaforo, dopo una corsa; l’autista lo rassicura che è in funzione nel fine settimana e per le due corse del pomeriggio nei giorni infrasettimanali. Sì, solo nei fine settimana e nei pomeriggi perché negli altri giorni è aperto un cantiere tra Olivetta e Breil per riattivare in modo adeguato la strada.

Quindi, fiducioso si connette al sito di Trenitalia – non ripete i soliti commenti sulla farraginosità del sito perché è entusiasta di riprendere il suo treno – per comprare il biglietto per il lunedì sera, ma… niente: solo via Savona: “Ma come?!? Il sito non è d’accordo con se stesso”. Allora si reca alla stazione di Ventimiglia e, come suo solito, usa le macchinette per farsi il biglietto dicendosi che, magari data la scarsa adeguatezza del sito, non è stato ancora aggiornato. Spera che il sistema delle macchinette sia diverso: invece… buco nell’acqua: “Allora torniamo al classico, la tecnologia non sempre ci aiuta, anzi spesso ci mette al suo servizio: parliamo con un umano!”. Va allo sportello e chiede di fare il biglietto per Torino Porta Nuova via Limone. Chi sta dall’altra parte del vetro lo guarda stranito e in modo lapidario: “non è possibile”. “Ma come, c’è l’annuncio sul sito, lo stesso è riportato sui muri delle stazioni e l’autista mi ha detto…”. Niente da fare. Scornato, ma tignoso, il nostro viaggiatore la domenica pomeriggio si reca alla stazione di Olivetta San Michele e aspetta all’orario che aveva indicato l’autista del bus ed ecco preciso come un treno svizzero – ops! – arriva l’autobus e l’autista conferma che sì, domani il bus ci sarà.

L’indomani fiducioso si presenta all’orario e magicamente si ritrova a Breil in barba al sito, alle macchinette e al povero ferroviere dietro il vetro della biglietteria. Sale felicemente sul treno dopo aver strabuzzato gli occhi per le conseguenze dell’alluvione: ne vedrà ancora delle brutte nel proseguo di quel territorio così amato. Dice al capotreno che deve fare il biglietto e lui gli risponde che potrà farglielo soltanto da Limone. Mentre è ancora assorto nel vedere gli effetti della potenza dell’acqua, il capotreno gli consiglia di adottare un’analoga procedura allorquando vorrà tornare indietro: fare il biglietto fino a Limone e poi chiedere il prolungamento per Olivetta al collega.

Il nostro lettore arriva a Torino e pochi giorni dopo intende tornare giù ed è fiducioso che il sistema di trenitalia.it sia stato aggiornato: prova quindi di nuovo a farsi il biglietto, ma niente. Allora fa una pensata: essendo un grande viaggiatore (ha la CartaFreccia Oro e quindi è tra i privilegiati che possono accedere al Frecciarossa club). Si sente sempre un po’ a disagio per questo privilegio specie quando si trova nel caos di Milano Centrale o di Roma Termini dove gli altri passeggeri sono accatastati alla bell’e meglio o costretti a consumare da qualche parte, mentre lui gode di uno spazio in cui può mangiare e bere qualcosa a gratis, collegarsi comodamente a Internet stando seduto in poltrona o a uno dei tavoli disponibili, utilizzare bagni puliti e gratuiti: tutto ciò anche in tempi di pandemia. “Beh – si dice fiducioso – lì mi risolveranno il problema!”. Altre volte, infatti, qualche situazione ingarbugliata gli è stata risolta e invece… niente! Neanche il privilegio funziona come un ‘abracadabra’ o un ‘apriti sesamo’: non si apre, proprio niente. Esce dal locale del privilegio con un biglietto fino a Limone e lo si sente che farfuglia qualcosa come “Si configura quasi come un’istigazione a delinquere…”. Comunque quando la domenica sale sul treno delle 6.25 del mattino pur ancora un po’ trasognato è sicuro che arriverà a destinazione. Cambia a Fossano (con una qualche solita imprecazione sul fatto che già da molti anni non ci sia più il treno diretto, fin da quando il fantasmagorico AD delle ferrovie Moretti intendeva sopprimere la linea considerandola un ramo secco!) e sale trionfante sul treno per Breil.

Parla col capotreno spiegando che non ha potuto fare il biglietto per Olivetta San Michele e chiede quindi a lui di prolungarglielo, disposto a pagare l’eventuale soprattassa. Ma lui – come si usa dire – casca dal classico pero: “Ma il treno si ferma a Breil!”. “Sì, certo, ma poi ci sarà il bus” e lo informa di ciò che ha personalmente sperimentato il lunedì precedente. Lui, invece, cala il suo asso drammatizzante: “Ma l’altro giorno una coppia è salita a Cuneo pensando di andare a Ventimiglia e quando è arrivata a Breil non ha trovato alcunché ed è tornata indietro”. Sgomento: “Ma come? Ma se io…”. Il nostro lettore resta fiducioso: si fida della propria esperienza. E sente dall’altoparlante del treno la conferma che, conformemente a quanto presente negli annunci sul sito di Trenitalia, ci sarà il bus per proseguire. Si gode – si fa per dire – il panorama, rattristandosi, ancora una volta, via via per i disastri che si trova davanti agli occhi. Finalmente arriva all’agognata Breil, di corsa scende dal treno e si precipita sul piazzale antistante la stazione perché non vorrebbe che il bus, immaginando che non ci siano passeggeri, partisse lasciandolo a terra.

Corre e… niente, nessun bus alla vista: “Sarà in ritardo” si dice, ancora pieno di ottimismo. Man mano sul suo viso scende la preoccupazione perché nessun bus si vede all’orizzonte. “Che fare?” si domanda pur sapendo che è un’espressione che porta male. Telefonare al sindaco di Olivetta per sapere della situazione? È allarmato perché, pur essendo domenica, ha un impegno che non può rinviare. Purtroppo non ottiene risposta. Interloquisce con il capo stazione di Breil il quale, gentilissimo, dice che la strada è sbarrata e che non sa suggerire alcuna soluzione. Telefona a un amico il quale afferma che la strada e aperta ed è disponibile ad andarlo a recuperare. Lui però vuole essere sicuro che non ci sia la strada sbarrata e, vedendo passare un’auto della gendarmerie, la insegue a piedi. Mentre corre gli balza in testa una domanda che lo fa sorridere, cosa necessaria in una situazione così assurda: “Ma nei film, così come anche nella realtà, non è il contrario? Non è la gendarmerie che dovrebbe inseguire… lascia perdere”. Anche loro gentilissimi, dicono che la strada è aperta perché il cantiere nel fine settimana è chiuso quindi le auto possono passare.

“Dai, meno male”, ma della navetta loro non ne sanno nulla. Allora telefona all’amico il quale si appresta a muoversi per andarlo a recuperare. Nel frattempo, però, il nostro viaggiatore dice all’amico di aspettare a partire, vuol provare a fare l’autostop. Ormai, da tempo, da molto tempo, non ha più l’età per fare l’autostop. In realtà, lo ha fatto pochissime volte nella sua vita e sempre esclusivamente per motivi in cui aveva davvero bisogno. Passano diverse macchine che non lo prendono minimamente in considerazione e molte altre che entrano nel piazzale della stazione per recarsi al punto vendita posto affianco ai binari. “Che sciocco! Chi vuoi che in tempi di pandemia si fermi a raccattare lo sconosciuto di turno!”. Comincia a essere pessimista e, proprio mentre sta per richiamare l’amico, ecco che si ferma uno charmant signore francese pur nella trasandatezza sia del suo vestire sia dell’automobile. Si accomoda in questo cargo da trasporto in cui è assiso un docilissimo e simpatico cagnone seduto in mezzo a molti altri oggetti che arredano il veicolo come uno sgabuzzino abbandonato. Il nostro guidatore in passato aveva vissuto e lavorato in Italia e per diverso tempo a Tende, mentre ora si è trasferito sulla costa.

Lo porta sino alla stazione di Olivetta a San Michele e con sorpresa del nostro viaggiatore, subito dopo i ringraziamenti tutt’altro che formali, torna indietro: “Mah… - si dice il viaggiatore – allora non andava verso Ventimiglia, è venuto fin qui soltanto per portare me!”. La sensazione del viaggiatore è quella di aver incontrato una sorta di samaritano di evangelica memoria. E lo ringrazia ancora dentro di sé per questo gesto così gratuito in tempi in cui il gratuito è considerato l’agire dei fessi e, anzi, anche il dovuto è trascurato. Mentre compie queste riflessioni vede arrivare un bus che si ferma davanti alla stazione: “Ma allora c’è, bastava solo aspettare! Oppure non è che è stato messo solo per andare verso Breil e non viceversa?”. Disorientamento che può essere sanato chiedendo direttamente all’autista. E lui sereno: “No, la navetta ora è solo tra Ventimiglia e Olivetta perché il bus viene considerato pericoloso dai francesi per i lavori in corso”. “Ma come se l’altro giorno…”. “Eh lo so, cambia tutto di giorno in giorno… telefoni a Riviera Trasporti”.

Sconsolato di tutte queste caotiche e contraddittorie suggestioni, il nostro lettore è almeno contento di essere riuscito ad arrivare a destinazione. Ma quanti intoppi e gli resta il dubbio di come dovrà muoversi per i prossimi viaggi? E chi lo sa! Forse si dovrà affidare alla dea Fortuna? Forse sì, del resto siamo nell’area di importanti Casinò e quindi l’azzardo è di casa. Faites vos jeux, rien va plus. Oh sì, davvero non va più niente!

Redazione

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