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Attualità | 20 agosto 2021, 11:02

Tragedie in Afghanistan e Haiti, il Sermig si schiera in prima fila per aiutare chi soffre

Ernesto Olivero: "Di fronte alle follie di questo tempo, i diritti non devono rimanere sulla carta"

Ernesto Olivero

il Sermig di Torino si schiera in prima fila alla luce delle emergenze in Afghanistan e ad Haiti

Haiti e l’Afghanistan: due Paesi e scenari completamente diversi eppure segnati in queste settimane dalla stessa sofferenza e da una precarietà che sembra azzerare tutto. Ma due situazioni in cui la solidarietà di Torino - e in particolare del Sermig - vuole schierarsi in prima fila. 

L’isola caraibica è stata sconvolta per l’ennesima volta da un violento terremoto che ha portato morte e distruzione, colpendo in particolare la zona della città di Jérémie, dove da anni il Sermig sostiene l’ospedale dei Padri Camilliani del Piemonte. L’Afghanistan invece, è al centro di un nuovo cambiamento epocale, con la dissoluzione del sistema istituzionale costruito negli ultimi venti anni e il ritorno al potere dei Talebani.

Il Sermig-Arsenale della Pace anche questa volta è pronto a mettersi in gioco, facendo appello alla rete di solidarietà che in tanti anni ha permesso la realizzazione di migliaia di progetti di sviluppo nei cinque continenti.

Nel caso di Haiti - spiega Rosanna Tabasso, dall’Arsenale della Pace – abbiamo deciso di aprire una sottoscrizione in denaro per garantire attraverso la presenza camilliana i primi aiuti alla popolazione. È possibile inviare offerte sul conto corrente Sermig Rete per lo Sviluppo Onlus Iban IT29P0306909606100000001481".

Per quanto riguarda l’emergenza Afghanistan, l’Arsenale della Pace sostiene l’urgenza di creare corridoi umanitari e si rende disponibile ad accogliere alcuni profughi in fuga dal Paese, in base alle esigenze che saranno indicate dal governo e dalle prefetture. Un impegno che dura da anni e che ha portato a Torino già molti rifugiati afghani.

In questi giorni – dice Ernesto Olivero, fondatore del Sermig – ho riletto la Dichiarazione universale dei Diritti umani del 1948. Parole come pietre sulla libertà di pensiero e di religione, sull’uguaglianza di ogni uomo e donna, sul diritto alla vita, all’istruzione, al lavoro, alle cure. Penso a quanto siano rimaste sulla carta in tantissime aree del mondo, all’indifferenza che riguarda tante persone. Di fronte alla follia di questo tempo, basterebbe tornare a quella saggezza. Possiamo farlo un’altra volta. Diritti sulla carta? Purtroppo sì. Spero che da oggi tornino nella vita”.

comunicato stampa

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