In tempo di pandemia, con un dramma sociale in Afghanistan in atto, a Torino va in scena “E mi avete accolto”, il primo Festival dell’Accoglienza. L’appuntamento, che raccoglie la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, della Memoria e dell’Accoglienza e quella Missionaria Mondiale, si svolgerà dal 5 settembre sino al 31 ottobre. Cinquantasei i giorni di festival, per 44 eventi e 37 partner.
Il festival dell’accoglienza
L’iniziativa targata Ufficio Pastorale dell’Arcidiocesi di Torino proporrà incontri di approfondimento, cineforum, presentazione di libri e tanto altro. Ricco poi il parterre di ospiti: parteciperanno tra gli altri Maria Pia Bonanate, Fabio Geda, Enaiatollah Akbari, Giorgio Brizio, Paola Randi, Gian Carlo Perego e Gustavo Zagrebelski. L’obiettivo? Offrire un’occasione alle istituzioni e ai torinesi per soffermarsi a riflettere sui significati profondi del verbo accogliere, sulle pratiche dell’accoglienza e sulle condizioni dei migranti.
Appendino e Nosiglia: “Torino città accogliente”
“Torino è stata, è e sarà sempre una città accogliente” ha affermato l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia. “Negli ultimi anni - ha ricordato il monsignore - Torino ha vissuto una stagione molto positiva sul fronte dell’accoglienza: i volontari sono un esempio per il paese. Occorre basare l’accoglienza sulla cultura dell’incontro”. “Il festival è una bellissima occasione per diffondere la cultura dell’accoglienza. Questa iniziativa ci aiuta costruire il tessuto immateriale necessario perché Torino continui a essere una città accogliente: accogliere significa ammettere che possa esistere il fallimento e purtroppo il fallimento fa più notizia della storia che arriva a buon fine” è il commento di Chiara Appendino. “Torino è già un modello, ma questo festival contribuirà ad allargare ulteriormente il campo” ha concluso la prima cittadina.