Sono stati i 'landai', antica e popolare forma di poesia utilizzata dalle donne pashtun per denunciare violenze e soprusi in Afghanistan, a scandire il flash mob femminista andato in scena ieri pomeriggio in piazza Carignano a Torino. La performance ha visto le manifestanti, disposte in due cerchi concentrici a rappresentare il patriarcato da una parte e la cultura, la pace e la sorellanza dall'altra, recitare i versi al megafono interamente vestite di nero e con in mano libri scritti da donne.
Il flash mob è stato curato artisticamente da Artemixia e realizzato in collaborazione con una trentina di associazioni e organizzazioni torinesi in preparazione alla manifestazione nazionale “La rivoluzione della cura”, in programma sabato 25 settembre alle 14 in piazza del Popolo a Roma: “Vogliamo farci sentire – ha spiegato una delle organizzatrici Elena Petrosino – per chiedere al Governo di investire le risorse del Pnrr applicando un'ottica di genere con l'obiettivo di eliminare la discriminazione femminile. Sabato a Torino ci sarà il Pride e le due piazze saranno 'virtualmente collegate'; dobbiamo uscire da questa pandemia ripartendo dai diritti”.
La parola d'ordine che lega tutti gli eventi è 'cura', un concetto che secondo i partecipanti dovrebbe permeare tutte le politiche pubbliche: “Dobbiamo imparare - hanno poi aggiunto gli organizzatori in una nota - le lezioni che questi durissimi decenni di crisi economica, malattia, guerra, devastazione ambientale ci hanno impartito. Le donne, che pagano sempre il prezzo più alto di queste scelte, stanno gridando che bisogna cambiare: partire dai bisogni, dai diritti, dalle idee, dalla fatica significa prendersi cura del mondo invece che sfruttare il mondo, prendersi cura delle persone e della terra in cui viviamo, invece che usarla per affermare profitto e dominio”.