"Come Forza Italia vorremmo costruire una Torino capace di tornare protagonista in Italia e nel mondo. E per farlo è necessario creare lavoro, attraendo imprese dall’estero, valorizzando e potenziando il nostro sistema educativo, formativo e universitario, non facendoci scippare le startup e i marchi che i torinesi hanno faticosamente ideato e creato, facendo conoscere le nostre eccellenze nella cultura, nello sport e nel turismo, abbassando le tasse e mettendo al centro dell’agenda politica cittadina la famiglia". E' il messaggio lanciato da Marco Fontana, coordinatore cittadino di Forza Italia, in appoggio alla candidatura a sindaco di Paolo Damilano.
"Vorremmo - spiega Fontana - costruire una Torino con torinesi felici e fieri della propria città, del proprio sindaco e della propria classe politica. Mai come in questo momento il voto di ogni torinese è fondamentale perché questo voto dovrà rimarginare le ferite inferte dalla pandemia, dalla crisi di lungo corso e soprattutto dall’assenza di una guida visionaria, solida, concreta per Torino".
"Il capoluogo - come testimoniato annualmente ormai da anni dal Rapporto Rota - ha fatto segnare record negativi di povertà, disoccupazione, solitudine, rancore e rabbia. Per noi di Forza Italia l’efficacia della politica si dovrà misurare sulla capacità di creare benessere e felicità per i cittadini. In questi cinque anni dobbiamo promuovere la realizzazione personale: solo potendo contare su un lavoro dignitoso e sulla possibilità di mettere su casa ed essere indipendente si potrà contare su una comunità coesa, determinata e ispirata per riportare Torino a essere capitale di primati. Il nostro impegno andrà proprio in questa direzione: nei prossimi cinque anni dobbiamo colmare il gap con le altre regioni del nord e centro Italia in termini di ascensore sociale. In secondo luogo dovremo puntare fortemente sulle radici di Forza Italia, le amministrazioni di sinistra hanno impostato la propria azione disconoscendo la storia manifatturiera che contraddistingue la nostra conurbazione urbana. Parevano quasi vergognarsi di questa identità. Il lavoro si crea con le industrie, i giovani si trattengono dalla fuga verso le altre capitali europee, grazie alla capacità di attrarre grandi investitori che si insedino sul territorio. Noi rivorremmo una Torino capace di essere capitale anche per le medie e grandi aziende".