Un esercito pronto a schierarsi lungo la riva del fiume. Per garantire la salute e tutelare il territorio. Saranno circa un milione e mezzo gli alberi che andranno a comporre la Foresta condivisa del Po piemontese, il progetto lanciato dall'Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese e che coinvolge 53 Comuni, distribuiti su 4 province e 200 chilometri. Torino, ma anche Vercelli, Alessandria e Cuneo (rappresentata dalla sola Casalgrasso). Finora sono stati già riforestati 500 campi da calcio in 33 Comuni.
TUTTI POSSONO DARE UNA MANO: BASTANO 20 EURO
Si tratta di una foresta condivisa perché tutti potranno contribuire: aziende, istituzioni, ma anche singoli cittadini. Per dare vita a un nuovo albero bastano 20 euro, necessari per la piccola pianta e i 10 metri quadri di terreno per farla crescere. "Per l'ambiente servono azioni concrete - dice il vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, che ha le deleghe alle Foreste - e sia io che il presidente Cirio sentiamo molto questa iniziativa, legata al territorio. Si può andare a raccontare nelle scuole, quanto è importante adottare un albero e spero che l'iniziativa si estenda anche agli parchi".
[Da sinistra, Fabio Carosso e Roberto Saini]
ANCHE I TERRENI PRIVATI SONO COINVOLTI
Tutti i contributi economici saranno raccolti in un fondo apposito, da cui l'ente attingerà anche per gestire al meglio lo sviluppo delle piante, dopo averle sistemate. Le piante saranno collocate su suolo pubblico, ma non è escluso che qualche privato possa mettere a disposizione superfici e terreni. "A Chivasso per esempio una società estrattiva per materiali edili ha aree disponibili e vuole metterle a disposizione", racconta Roberto Saini, presidente dell'Ente di gestione aree protette del Po piemontese. "Vogliamo combattere il cambiamento climatico, come si discute in questo periodo alla Cop26, ma anche migliorare l'aspetto naturalistico di queste zone".