A 4 anni di distanza dall'ottenimento della cittadinanza italiana dopo un lungo e tortuoso iter burocratico, Driss Saaid ce l'ha fatta. Il 26enne giocatore di basket in carrozzina, nato in un piccolo villaggio del Marocco a 70 chilometri da Marrakech ma cresciuto a Torino (sportivamente parlando nell'HB Uicep, ndr), è infatti riuscito ad ottenere la prima convocazione in Nazionale per una grande competizione ufficiale: si tratta dei Campionati Europei in programma a Madrid da 4 al 12 dicembre; il giocatore della Briantea84 Cantù si aggregherà ai compagni il 25 novembre per il raduno di Cassino, mentre la partenza per la Spagna è fissata per il 2 del mese successivo.
“Me l'aspettavo ma non ci potevo comunque credere”
Per Saaid, dopo i due Scudetti consecutivi conquistati nelle fila di Cantù e Santo Stefano, si tratta dell'ennesima soddisfazione di una carriera sempre più lanciata verso l'olimpo del wheelchair basketball: “Un po' me l'aspettavo – commenta – perché ho dimostrato di potermi meritare quel posto: tutto merito del lavoro e dei miglioramenti fatti nel corso degli anni, gli ultimi raduni sono andati benissimo e non c'erano particolari dubbi sulla mia convocazione. Nonostante tutto, quando ho letto i 12 nomi non ci potevo credere ed è stata una piacevolissima conferma perché stavo aspettando la prima presenza ufficiale in Nazionale da tantissimo tempo”.
Obiettivo qualificazione ai Mondiali
Il torneo prevede due gironi di qualificazione e l'Italia, che dovrà affrontare squadre temibili come Gran Bretagna, Turchia, Olanda, Austria e Polonia, ha buone carte in regola per fare bella figura con un obiettivo ben preciso: “Le nostre avversarie – prosegue – sono toste ma, trovando la giusta chimica, potremo raggiungere buoni risultati: coach Carlo Di Giusto ha puntato su un approccio fisico e su una difesa aggressiva ma non ci mancano i buoni tiratori né il talento; se riusciremo a superare il girone avremo buone possibilità di arrivare tra le prime 5, condizione necessaria per qualificarci ai Mondiali in programma a Dubai nel 2022”.
Driss Saaid, un cantiere ancora aperto
L'occasione è buona per fare anche il punto della situazione sul proprio percorso di crescita: “Con l'esperienza - aggiunge ancora – ho imparato a smussare alcuni lati di un carattere un po' focoso perché a livelli così alti non puoi permetterti di lasciarti trascinare. La mia ambizione è comunque quella di migliorare ancora di più grazie alla consapevolezza, alla lucidità e alla calma che si acquisiscono solamente giocando un certo tipo di partite. Inoltre, sono cresciuto molto anche dal punto di vista tecnico e da quello fisico: se c'è una cosa che non farò mai mancare è il lavoro sporco, sono un giocatore che raramente entra nelle statistiche ma che fa sentire eccome la sua presenza in campo; il cantiere, in ogni caso, è ancora aperto e non intendo fermarmi di certo qui”.
Non poteva mancare, infine, un ringraziamento ai propri 'mentori' torinesi, punti di riferimento fondamentali nella formazione sportiva e umana: “Se ho raggiunto questo traguardo - conclude – è soprattutto per merito di tutti gli allenatori che ho avuto a Torino: Francesco 'Ciccio' Mancuso, Andrea Rocca e John Amasio hanno contribuito in modo determinante a mantenere accesa quella fiammella di speranza nell'arrivare ad alti livelli e per questo non gli sarò mai abbastanza riconoscente”.